Da Emirates a easyJet, la stagione delle proteste

Da Emirates a easyJet, la stagione delle proteste
27 Luglio 07:24 2021 Stampa questo articolo

Una settimana che inizia all’insegna degli scioperi per il trasporto aereo, tra i settori più colpiti dalla crisi da Covid. Ieri, lunedì, ha incrociato le braccia il personale Enav del Centro di Controllo d’Area di Milano, convocato da Filt Cgil, Ugl Trasporto Aereo e Unica. Agitazioni anche negli aeroporti di Pescara, Napoli e Genova. Parallelamente, hanno scioperato (con effetti soprattutto su Malpensa) anche Emirates ed easyJet, con irregolarità di alcuni voli – si apprende – anche di Ryanair e Wizz Air.

Partendo dal caso Emirates, i sindacati sono sul piede di guerra per una serie di ragioni: insieme alla cessione del ramo d’azienda del trasporto merci con 25 dipendenti alla tedesca Cargo Plus, è previsto un ridimensionamento della compagnia di Dubai sul territorio italiano di 87 dipendenti su 157 totali, più del 50% dell’attuale organico.

Per questo motivo i lavoratori hanno scioperato per quattro ore in mattinata, riunendosi in presidio davanti all’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Roma. Da questa, al termine del sit in, informa Fit Cisl, è arrivata la disponibilità a un incontro con i sindacati la prossima settimana, dopo aver visionato i documenti e le istanze già inviati via Pec.

La sigla sindacale ricorda come Emirates, nonostante sia “una delle aziende più profittevoli nel panorama del trasporto aereo mondiale”, in Italia abbia “unilateralmente avviato una procedura di cessione di ramo d’azienda con dichiarazione di esuberi e contestuale trasferimento della sede da Roma a Milano”.

“L’azienda, pur utilizzando incentivi e ammortizzatori sociali – prosegue Fit Cisl – ha deciso di ridimensionare l’attività attraverso chiusure e cessione di attività, adducendo motivazioni palesemente in contrasto con la situazione attuale del vettore”.

“È quanto mai opinabile che il vettore degli Emirati Arabi Uniti riduca il personale alle soglie dell’inizio dell’Expo, che si terrà a Dubai da ottobre 2021 a marzo 2022. Per queste ragioni, a fronte delle disponibilità offerta dalla sede diplomatica nel valutare la vicenda, la Fit-Cisl auspica che l’incontro possa svolgersi quanto prima in modo proficuo per dare le giuste risposte alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti in questa vicenda”, conclude la nota sindacale.

L’altro sciopero di lunedì ha riguardato, invece, quasi per l’intera giornata, piloti e assistenti di volo easyJet. Questi hanno protestato «per rivendicare il rispetto degli accordi contrattuali e di cassa integrazione e la risoluzione di molteplici criticità gestionali che affliggono entrambe le categorie  nello svolgimento delle operazioni di volo in questo periodo pandemico», spiega Uiltrasporti attraverso il segretario generale Claudio Tarlazzi e segretario nazionale Ivan Viglietti.

«easyJet è una compagnia che si è sempre contraddistinta da altre low fare per gli elevati standard di servizio offerti al cliente, le discrete capacità gestionali e le buone relazioni sia con i dipendenti che con le loro rappresentanze. Purtroppo – denunciano i sindacalisti – in questo ultimo periodo, e, soprattutto successivamente alla sua adesione all’Aicalf (l’associazione delle compagnie aeree low cost, ndr), stiamo assistendo a un notevole degrado delle condizioni di lavoro dei dipendenti, a uno scarso coinvolgimento del sindacato, a una inaccettabile tendenza alla violazione delle intese, e all’applicazione di metodi gestionali tipici di realtà industriali meno evolute e meno attente alle persone».

Quello che chiedono Tarlazzi e Viglietti è «una decisa inversione di rotta» da parte del management, anche «nell’ottica dell’imminente rinnovo del Ccnl di settore, che costituisce riferimento minimo di legge per il mercato, e di cui easyJet dovrebbe essere uno degli attori principali, evitando di scivolare verso realtà spregiudicate, irrispettose delle norme e dei diritti».

Dai sindacati la richiesta ad avviare un «confronto costruttivo» con la compagnia. In alternativa, «se l’azienda continuerà a perseverare in questo atteggiamento incomprensibilmente rigido e inaccettabile, ci troveremo, nostro malgrado, costretti a proseguire con le azioni di mobilitazione, già a partire dal mese di settembre», minaccia Uiltrasporti.

L’ultima grande sommossa del trasporto aereo, quella dello scorso 6 luglio, aveva visto i lavoratori in sciopero per 24 ore. La protesta era stata convocata da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo “a difesa dell’occupazione dei lavoratori di Alitalia Air ItalyBlue Panorama, Air Dolomiti e Neos, ma anche Norwegian e di Ernest in liquidazione e delle low cost easyJet, Ryanair/Malta Air, Wizz Air, Vueling e Volotea, di tutte le compagnie aeree straniere con base e addetti nel nostro Paese, come Emirates”. Uno stato di grande agitazione per cui è facile prevedere nuove proteste prima dell’autunno.

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