Cyber attack, la più grande paura delle aziende

20 Gennaio 11:25 2022 Stampa questo articolo

Sono i rischi informatici la maggiore preoccupazione delle aziende globali. È quanto emerge dall’Allianz Risk Barometer 2022, che spiega come la minaccia di attacchi ransomware, le violazioni di dati o le lunghe sospensioni dei sistemi It preoccupano le realtà aziendali di tutto il mondo ancor di più dell’interruzione di attività, delle catastrofi naturali o della pandemia di Covid-19, tutti fattori che hanno pesantemente colpito le aziende nell’ultimo anno.

I rischi informatici si posizionano in cima all’Allianz Risk Barometer per la seconda volta nella storia del sondaggio (44% delle risposte), l’interruzione di attività scende di poco al secondo posto (42%) e le catastrofi naturali sono al terzo posto (25%), dal sesto del 2021.

Il cambiamento climatico – tema di grande attualità – sale al sesto posto dal nono, cioè nella posizione più alta mai raggiunta (17%), mentre la pandemia – che sta profondamente cambiando la nostra quotidianità – scende al quarto (22%).

In Italia, il cyber attack e l’interruzione di attività si posizionano, per il secondo anno consecutivo, al primo e al secondo posto nella classifica dei primi 10 rischi. Le catastrofi naturali entrano tra i primi tre con il 33% delle risposte (al posto della pandemia, che scende dalla terza alla quinta posizione).

Il sondaggio annuale di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) raccoglie le opinioni di 2.650 esperti provenienti da 89 Paesi.

«L’interruzione di attività rimarrà probabilmente il tema di fondo nel 2022 – riassume il ceo di Agcs, Joachim Mueller – Per la maggior parte delle aziende la paura più grande è quella di non essere in grado di realizzare i prodotti o fornire i servizi. Il 2021 ha visto livelli di interruzione senza precedenti, causati da vari fattori scatenanti, e quest’anno si prevede solo un graduale miglioramento della situazione».

«Cyberattacchi rovinosi, l’impatto sulla supply chain di eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, così come i problemi legati alla produzione dovuti alle varie ondate pandemiche e i colli di bottiglia che si sono creati nel settore dei trasporti. Costruire la resilienza per reagire alle molteplici cause di interruzione di attività sta diventando sempre più un vantaggio competitivo per le aziende», conclude il ceo.

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