Crisi enoturismo, l’allarme di Federturismo e Federvini

Crisi enoturismo, l’allarme di Federturismo e Federvini
16 Dicembre 07:00 2020 Stampa questo articolo

Tra i settori travolti dalla seconda ondata di contagi, figura l’enoturismo e il nuovo allarme viene lanciato congiuntamente da Federturismo e Federvini, con una nota che evidenzia come “Sebbene le ultime misure varate dal Governo siano necessarie per evitare la diffusione della pandemia, non possiamo ignorare che, agli ultimi mesi di forte contrazione, si aggiunge questa stretta di fine anno. Un vero e proprio colpo di grazia inferto ai settori del turismo, dell’ospitalità e al settore dei vini, degli aperitivi, dei distillati e dei liquori che ne sono parte integrante in quanto prodotti collegati ai territori e alla convivialità».

Le urgenti richieste degli imprenditori della filiera enoturistica sono condensate da Leonardo Vena, proprietario e responsabile commerciale di Lucano 1984 srl: «I canali dell’ospitalità dove i nostri prodotti sono i protagonisti indiscussi e testimonial eccezionali delle nostre bellezze, sono da mesi sotto la scure della pandemia. La perdita che stiamo vivendo nei canali del “fuori casa” del -43% incide moltissimo su noi operatori. Il Governo deve prestare attenzione alle nostre richieste: chiediamo la semplificazione degli oneri amministrativi con la cancellazione del contrassegno di Stato, strumento ormai obsoleto, dall’altra di diminuire le accise sulle bevande spiritose e i prodotti alcolici intermedi».

Le misure restrittive del Governo aggravano il settore dell’enoturismo,  senza avere all’orizzonte possibilità di effettivi ristori, né certezza di un cambio di scenario che possa volgere al positivo.

«La scoperta del territorio e delle sue specialità, soprattutto in particolari momenti dell’anno come l’approssimarsi delle festività natalizie, passa attraverso la conoscenza della gastronomia e delle produzioni tipiche dei vini che contraddistinguono le tradizioni culinarie locali: l’Umbria ne è un bellissimo esempio e l’Italia intera vanta una ricchezza ineguagliabile ed inimitabile – aggiunge Chiara Lungarotti, ad della Cantina Lungarotti – Se proviamo però a tirare le somme di quest’anno, così difficile, rileviamo l’enorme sofferenza del settore vinicolo e ne è testimonianza la contrazione, che solo nell’horeca raggiunge una flessione pari a quasi il -40%».

Preoccupazioni e richieste condivise dalla presidente di Federturismo, Marina Lalli che annota: «Il turismo alimenta una catena del valore lunghissima ed è attivatore di molte altre filiere produttive tra le quali quella del vino ed è inammissibile che le istituzioni continuino a non comprendere il valore aggiunto che il settore può apportare all’economia dell’intero Paese».

L’enoturismo costituisce ormai un vero e proprio patrimonio economico, sociale e culturale per l’Italia e rappresentando la perfetta sintesi tra produzione e territorio può trasformarsi in un potente driver di promozione turistica. Un turista su 4 sceglie l’Italia mosso dalla curiosità di degustare i prodotti locali e di scoprire i luoghi di produzione e il vino è vissuto sempre più come cultura ed esperienza da condividere, attraverso la quale entrare in contatto con un luogo in modo più immediato.

«Quello che chiediamo al Governo è di intervenire subito con risorse adeguate ed un piano strutturato di medio-lungo periodo per salvaguardare il nostro settore, altrimenti l’Italia nei prossimi anni sarà destinata a soccombere nel confronto con gli altri Paesi», conclude la presidente Lalli.

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