Crisi Air Italy, gli effetti della chiusura di Olbia

03 Febbraio 10:50 2020 Stampa questo articolo

Chiude l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda per consentire i lavori di rifacimento della pista che dureranno quaranta giorni e mettono, di fatto, il futuro di Air Italy a dura prova. La compagnia ex Meridiana è già sotto osservazione dei sindacati da un paio di settimane con alcune indiscrezioni secondo cui Akfed, il fondo dell’Aga Khan, potrebbe lasciare il vettore, e con degli obiettivi di piano industriale lungi dall’essere raggiunti.

Con la chiusura di Olbia, inoltre, il personale navigante di Air Italy operante sulla base sarda, si legge su Il Messaggero, sarà infatti posto in fermo tecnico a zero ore. Una soluzione, questa, che i vertici aziendali definiscono temporanea mentre i sindacati temono possa diventare definitiva, anche in considerazione del termine della continuità territoriale il prossimo 16 aprile 2020.

Air Italy conta circa 1.200 dipendenti sul Costa Smeralda e a Malpensa; inoltre, sembrerebbe che il bilancio del vettore posseduto al 49% da Qatar Airways e relativo al 2019 dovrebbe chiudersi con una perdita simile a quella riportata lo scorso anno, che fu di 164 milioni.

Sono otto, invece, gli aeromobili impiegati sugli scali di Olbia e Malpensa, dove ne sono basati sei (quattro per il lungo raggio e due per il medio e corto raggio), mentre ne restano annunciati 50 in flotta entro il 2023 e resta in hangar, in attesa di sviluppi da Seattle, il primo e unico B737Max.

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