Coronavirus, Gattinoni: «Basta allarmismo, ora azioni concrete per recuperare»

Coronavirus, Gattinoni: «Basta allarmismo, ora azioni concrete per recuperare»
26 Febbraio 12:50 2020 Stampa questo articolo

«È assolutamente necessario ridimensionare l’allarmismo creato in questa settimana, per cercare di recuperare i gravi danni economici già procurati». Franco Gattinoni, presidente del Gruppo Gattinoni, interviene nel dibattito sulle ricadute economiche nel turismo dovuto all’emergenza coronavirus con un mercato che sta subendo un grave impatto dovuto alle cancellazioni di viaggi leisure, eventi e viaggi d’affari.

«È necessario dare seguito alle richieste di aiuto che stanno arrivando dalle varie associazioni di categoria del turismo in tema di ammortizzatori sociali e sgravi fiscali alle imprese colpite da questa crisi, e non solo nelle zone rosse. Le aziende stanno cancellando viaggi leisure e business, eventi e incentive di marzo, non solo a Milano ma anche nel resto d’Italia e all’estero», rimarca il presidente di un Gruppo che conta 6 divisioni in diverse aree di business e con un network di 1500 agenzie di viaggio affiliate.

Anche perchè l’allarmismo ha già avuto pesanti ripercussioni, secondo l’imprenditore lecchese «Tutto il comparto  subirà importanti ripercussioni economiche sui prossimi 12 mesi – dichiara Gattinoni che ammonisce, però, anche le modalità di comunicazione del governo – Stiamo cercando un dialogo con le istituzioni attraverso interlocutori accreditati come Confindustria o Confcommercio, per chiedere al governo di iniziare a rivedere i toni allarmistici utilizzati fino a ora perché si possa tornare presto alla normalità».

Gattinoni, infatti, si dice deluso e amareggiato dal comportamenti della classe politica «di cui non vedo una cabina di regia ma solo interventi in grado di creare allarmismo e panico. Credo che in ambito nazionale e regionale si stia nettamente sottovalutando l’entità dell’impatto economico che si sta arrecando al nostro Paese e la gravità delle perdite. Si è innescata una follia collettiva che dobbiamo arginare e i media e i social network in tutto questo hanno avuto e stanno avendo un ruolo di primo piano nell’amplificare in maniera esponenziale lo stato di allerta e paura che si è generato».

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