Congressi e fiere in Italia, la conta dei danni: 1.500 eventi cancellati

06 Marzo 09:42 2020 Stampa questo articolo

È allarme rosso anche per i settori congressuale e fieristico: lo denuncia Franco Piccinetti, amministratore unico e direttore generale di Fiera di Roma che snocciola cifre da brivido.

«Ad oggi, a causa della diffusione del coronavirus, ci risultano 776 congressi rinviati e 1420 annullati, 22 fiere annullate, 71 posticipate e 30 a rischio. Un quadro che non lascia dubbi: anche noi  dobbiamo essere considerati zona rossa dell’economia».

Piccinetti è esplicito e coglie l’occasione per rilanciare proposte: «A questo punto facciamo un appello  perché questi giorni drammatici, che colpiscono il nostro settore più di ogni altro, possano far scaturire non solo provvedimenti estemporanei e di emergenza, ma anche riforme strutturali. Deve essere istituito un ministero del Turismo, un dicastero con portafoglio, che restituisca a un comparto così centrale per l’economia del Paese la dignità che gli spetta».

Il numero uno di Fiera di Roma, poi, evidenzia l’urgenza di chiarire il ruolo delle fiere e del segmento congressuale in Italia, dove i gestori dei quartieri fieristici sono perlopiù di proprietà di enti pubblici (Comune, Camera di Commercio, Provincia, Regione, ecc.),  che sono anche gli unici soggetti che possono sostenere investimenti in fabbricati e impianti di specifica importanza per il territorio e il sistema Paese.

«È proprio per tali considerazioni che per questi fabbricati – sottolinea Piccinetti – deve essere confermata l’esclusione dall’Imu. Una classificazione catastale che esoneri i padiglioni fieristici dall’Imu, in quanto assolvono a chiara funzione di interesse pubblico, è una necessità ineludibile. Inoltre chiediamo a gran voce in questo grave frangente che venga rivista la Legge Madia, che vieta il rifinanziamento di società in perdita da parte di enti pubblici. Le fiere, realtà private con soci pubblici che operano in mercati altamente concorrenziali, verrebbero con l’attuale normativa condannate a morte, non potendo garantire per la contingenza buone performance economiche per l’anno in corso rispetto ai principali player internazionali».

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