Conftrasporto al Mit: “Controlli omogenei in tutti i porti”

04 Marzo 07:00 2020 Stampa questo articolo

Il mondo dei trasporti chiede al governo l’adozione di linee guida chiare, omogenee, coordinate a livello centrale – in merito all’emergenza coronavirus – oltre al sostegno al lavoro in termini contributivi e di ammortizzatori sociali (anche per le cooperative oltre che per le piccole e medie imprese). È questa in sintesi la proposta che Conftrasporto-Confcommercio ha avanzato al ministro Paola De Micheli durante l’incontro di martedì 2 marzo al dicastero di Porta Pia per discutere le misure da mettere in atto per far fronte all’emergenza.

“Per quanto riguarda le misure per il contenimento del virus – precisano le federazioni del mare di Conftrasporto – è indispensabile che ci sia un’unica regia, per evitare ad esempio che si ripeta quanto accaduto in Sardegna, dove un sindaco ha imposto controlli sui passeggeri di una nave proveniente da Civitavecchia. Chiediamo che sia chiaro che i controlli debbano avvenire nel porto di partenza, non in quello di arrivo, e stabilire un protocollo unitario a livello istituzionale”.

In particolare Clia chiede che le procedure sanitarie siano omogenee in tutte e 15 le Autorità di Sistema portuale. Sul fatto che invece molti Paesi stranieri stiano vietando lo sbarco dei turisti italiani, l’associazione che riunisce il comparto crocieristico sollecita il coinvolgimento della Farnesina.

Sul fronte marittimo il quadro diventerà più nitido solo a partire dalla primavera, anche se i porti dell’Alto Adriatico, da Trieste a Venezia, già registrano un sensibile calo di arrivi dei container dalla Cina. Un’onda lunga che, si legge nella nota di Conftrasporto “avrà effetti pesanti sia sul piano crocieristicodove già si registra una discesa di prenotazioni del 50% – che del trasporto merci, toccando il punto peggiore nel mese di maggio.

Il calo dei traffici potrebbe impattare anche sulle finanze dello Stato poiché i porti italiani potrebbero essere sostituiti con quelli esteri, con un conseguente mancato incasso dei dazi. Considerato che questi ammontano a 13 miliardi di euro all’anno, se anche solo il 10% delle navi venisse dirottato in scali diversi dai nostri la perdita sarebbe di 1 miliardo e 300mila euro. Anche alla luce di questo, Conftrasporto-Confcommercio chiede come prime misure una riduzione della tassa di ancoraggio e dei canoni di concessione.

Al ministero dei Trasporti la delegazione era presente con tutti i settori associati: oltre al segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo e al responsabile del settore Infrastrutture e Trasporti di Confcommercio Enrico Zavi, c’erano il presidente di Federlogistica Luigi Merlo, per le crociere il direttore nazionale Clia Italy Francesco Galietti, il segretario generale della Fai (autotrasportatori) Andrea Manfron, il segretario generale di Federagenti Marco Paifelman, il direttore generale AssArmatori Alberto Rossi e la responsabile tecnica di Assocostieri Eleonora Capaccioli.

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