Confindustria e sindacati: “No al contributo aggiuntivo per il lavoro stagionale”

27 Giugno 16:02 2019 Stampa questo articolo

Il Decreto Dignità prevede che a ogni rinnovo di un contratto di lavoro stagionale con lo stesso lavoratore vi sia un incremento del contributo addizionale a carico dell’azienda. “Tale incremento progressivo e illimitato del costo della persona disincentiva la riassunzione del dipendente già formato, che spesso fa affidamento su un periodico reimpiego presso lo stesso datore e in tal senso organizza la propria vita – si legge nella nota congiunta di Federturismo e Confindustria Alberghi – Si favorisce in sostanza la ripetuta sostituzione delle risorse da assumere: un vero incentivo alla precarietà in esatto contrasto con la dichiarata volontà della legge, e in contraddizione con le altre norme e dei contratti nazionali, che invece tendono a favorire il diritto di precedenza del lavoratore già assunto in passato”.

Federturismo Confindustria, Confindustria Alberghi e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs-Uil hanno chiesto al governo, attraverso un avviso comune, di intervenire sul punto eliminando “la grave distorsione insita nel Decreto Dignità”. Le associazioni ricordano che l’attività turistica, come già riconosciuto nell’accordo di rinnovo del Ccnl Industria Turistica del 2016, è per sua connotazione stagionale, e aggiungono che “i contratti a termine sottoscritti dalle aziende del comparto sono uno strumento necessario, nonché l’unico utilizzabile, per imprese la cui attività è condizionata da una domanda per sua natura soggetta a variazioni difficilmente programmabili. La crescita esponenziale dei costi determina ripercussioni devastanti anche sul piano occupazionale”.

Nel documento sottoscritto si esprime anche l’auspicio di migliorare la struttura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali e, in coerenza con quanto avviene anche in altri Paesi, favorire la destagionalizzazione dell’attività turistica con beneficio per la stabilità dei posti di lavoro, dell’organizzazione delle imprese, del contenimento dei costi per la clientela e non ultimo dell’efficientamento di tutta la rete logistica nazionale.

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