Confindustria Alberghi: “Settore allo stremo, servono aiuti urgenti”

Confindustria Alberghi: “Settore allo stremo, servono aiuti urgenti”
03 Gennaio 09:36 2022 Stampa questo articolo

Un anno drammatico per l’industria alberghiera italiana, che si chiude con un passivo addirittura peggiore del 2020. Sulla base dei dati dell’osservatorio Confindustria Alberghi, il 2021 si archivia con un tasso di occupazione camere che fa registrare il -48,6%, con punte nelle città d’arte che toccano il -58% a Roma e il -56,1% a Firenze. Con Venezia e Napoli rispettivamente al -57% e al -43%.

Non va meglio sul fronte dei ricavi, dove la perdita media arriva al -55% con le città d’arte che si attestano al – 65%.

L’ASSENZA DEL TURISMO INTERNAZIONALE. Pesa sul settore la mancanza di turisti stranieri: quest’anno gli arrivi internazionali – in massima parte europei – si fermano a 36 milioni. Un dato assai negativo se si considera che rispetto al 2019 mancano oltre 60 milioni di viaggiatori esteri, e che impatta fortemente sui conti del settore con una perdita di 25 miliardi di euro di spese turistiche.

Questi esiti drammatici presentano agli operatori un conto ancora più salato rispetto all’anno precedente. Frontiere ancora chiuse, sei mesi di fermo pressoché totale delle attività, lo stop alla stagione invernale della montagna, due mesi buoni per l’Italia del mare e dopo alcuni segnali di miglioramento a settembre e ottobre, trascinati degli ottimi risultati della campagna vaccinale, con l’arrivo della variante Omicron la brusca frenata che ha rovinato le feste di Natale e Capodanno e aperto una nuova fase di incertezza per i prossimi mesi.

COLAIACOVO: «SERVONO AIUTI URGENTI E SELETTIVI». «Due anni come questi mettono a durissima prova le nostre imprese, una difficoltà ulteriormente accentuata dall’assenza di aiuti che da luglio scorso non sono più stati rinnovati per le imprese del settore», ha dichiarato Maria Carmela Coaliacovo, presidente di Confindustria Alberghi.

«Lo scorso 16 dicembre alle aziende alberghiere italiane è stato chiesto di pagare oltre 268 milioni di Imu, così come è stato richiesto il pagamento integrale dell’imposta sui rifiuti malgrado la produzione sia praticamente nulla in considerazione dell’attività così ridotta. Per non parlare degli affitti dove le aziende sono state lasciate sole a fronteggiare un costo divenuto oggettivamente insostenibile», ha aggiunto la presidente.

Anche la cassa integrazione Covid è agli sgoccioli, «per molte aziende si va a esaurire questa stessa settimana e ancora non ci viene data indicazione su come procedere nei prossimi mesi nei quali necessariamente dobbiamo poter contare ancora su questo strumento per la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie – ha concluso Colaiacovo – Servono aiuti urgenti, mirati e selettivi per quelle aziende che hanno registrato le maggiori perdite in questo periodo e che vedono seriamente messa a rischio la continuità aziendale. In questi due anni la sopravvivenza è stata garantita dal ricorso al credito ma ora non è più possibile procedere nella medesima direzione. È necessario un sistema di aiuti che accompagni le imprese da subito e nei prossimi mesi».

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