Confindustria Alberghi: “Omicron affonda la stagione invernale”

Confindustria Alberghi: “Omicron affonda la stagione invernale”
22 Dicembre 08:36 2021 Stampa questo articolo

Stagione invernale compromessa a causa della situazione legata alla variante Omicron. È quanto sottolinea Confindustria Alberghi in una nota. “Le decisioni che saranno assunte dalla cabina di regia del governo per il decreto che interverrà sui comportamenti delle prossime festività cadono nel corso della settimana di Natale – si legge nella nota – Troppo tardi per gli operatori del settore alberghiero impossibilitati così a programmare le attività”.

L’associazione sottolinea la drammaticità della situazione di Natale e Capodanno, caratterizzata da una frenata delle prenotazioni che sta colpendo in particolar modo le città d’arte: realtà che quest’anno hanno registrato perdite di fatturato fino al 70% e in molti casi addirittura dell’80%, a causa della quasi totale assenza del turismo internazionale.

Le previsioni sono leggermente migliori per la montagna, grazie agli impianti di risalita che hanno lavorato per garantire la sicurezza. Una meta scelta da quella porzione di turismo domestico che al momento non si è fatta scoraggiare dalle incertezze derivanti dalla variante Omicron e dagli eventuali provvedimenti del governo per le prossime vacanze.

«Il decreto pre vigilia sta innescando il blocco delle vacanze di Natale e una reazione di incertezza che spinge molti clienti a disdire il soggiorno presso le nostre strutture – dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – L’ennesimo duro colpo che ci apprestiamo a incassare senza poter minimamente contare su aiuti mirati da parte dello Stato. Sono molti mesi che segnaliamo le difficoltà del settore, abbiamo scritto al governo ma siamo arrivati a ridosso del Natale senza che nulla sia stato disposto a riguardo».

La presidente ricorda che «le imprese, la settimana scorsa, hanno sostenuto il pagamento dell’Imu senza poter contare su alcuna riduzione e molte aziende con ricavi vicini allo zero, sono state costrette a chiedere un ulteriore sostegno alle banche o addirittura nella impossibilità di pagare visto che negli ultimi 24 mesi il ricorso al credito è stato l’unico modo per sopravvivere. Per non parlare dei canoni di locazione che gravano sugli immobili per i quali abbiamo ripetutamente chiesto l’estensione del bonus affitti fermo di fatto a luglio scorso».

Un’ulteriore preoccupazione, spiega Colaiacovo, arriva dal «mancato rinnovo della cassa Covid in scadenza il 31 dicembre prossimo che non verrà rifinanziata mettendo così a rischio l’attività lavorativa di chi vive di turismo. Pur comprendendo che i provvedimenti saranno a favore del contenimento del virus, ricordo che il settore è allo stremo da quasi due anni e che è necessario un sostegno per garantire la continuità delle attività alberghiere».

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