Confindustria Alberghi: “No alla Tari per le strutture chiuse”

Confindustria Alberghi: “No alla Tari per le strutture chiuse”
11 Dicembre 07:00 2020 Stampa questo articolo

Confindustria Alberghi denuncia i Comuni italiani che, nonostante il fermo di 10 mesi di quasi tutti gli alberghi, chiedono il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti, in misura pressoché integrale.

Un’autentica beffa per il vice presidente dell’associazione, Maria Carmela Colaiacovo, che incalza: «Gli alberghi sono fermi, non producono rifiuti, ma questo non basta ai Comuni che non hanno dovuto sopportare costi per la raccolta, e chiedono lo stesso di pagare l’imposta per un servizio che non è stato reso».

«È inaccettabile – sostiene Colaiacovo – che proprio i Comuni, i maggiori beneficiari del valore che le strutture alberghiere portano sul territorio, siano quelli che meno si preoccupano di garantire la sopravvivenza di queste aziende fondamentali per il territorio e per la collettività».

«Sono mesi che stiamo chiedendo a tutti i livelli di intervenire sulla Tari, ma quello che è stato raccolto finora sono riduzioni, laddove presenti, irrilevanti a fronte di pagamenti per decine di migliaia di euro per ciascuna azienda – conclude la vice presidente – A questo punto chiediamo con forza all’Anci e ai Comuni di sospendere la scadenza del prossimo 15 dicembre e di sedersi a un tavolo comune per definire delle modalità di riduzione compatibili con la realtà di questi mesi e con la sopravvivenza delle nostre aziende».

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore