Confindustria Alberghi chiede al governo più sostegno per gli hotel

Confindustria Alberghi chiede al governo più sostegno per gli hotel
06 Novembre 11:04 2020 Stampa questo articolo

Confindustria Alberghi chiede risorse a sostegno del settore. “Con il nuovo dpcm gli alberghi, già provati da quasi 10 mesi di fermo, incassano l’ennesimo duro colpo – si legge nella nota – Le misure del nuovo dpcm pur non chiudendo direttamente le strutture, di fatto bloccano nuovamente le attività del settore”.

Per l’associazione è l’ennesimo stop, che rischia un blocco irreversibile per moltissimi operatori. “Le misure previste nel dl Ristori non possono in alcun modo compensare le perdite che hanno colpito il settore e che a questo punto sappiamo andranno a crescere ancora nei prossimi mesi – prosegue Confindustria Alberghi – in più sono rimaste irrisolte alcune criticità che avevamo già evidenziato, quali ad esempio il riferimento alle perdite del mese di aprile 2020 su aprile 2019 che per tutto il settore stagionale e per molte aziende risulta preclusivo e impedisce l’accesso stesso alla misura”.

Le criticità specifiche risultano arginate solo in minima parte dalle misure messe in campo sino a oggi. Da qui la richiesta di “maggiore supporto per il settore, misure robuste che possano mettere in sicurezza le aziende. Un supporto che passa anche per la risoluzione del problema del tetto agli aiuti di stato che rischia di condizionare l’efficacia anche delle misure già adottate – continua la nota – Se non si darà rapidamente corpo alle modifiche introdotte dall’Europa per permettere quanto meno alle misure a copertura dei costi fissi di superare il limite degli 800.000 euro, nel settore alberghiero saranno ben poche le aziende che potranno sopravvivere”.

ConfAlberghi ricorda che le città sono ferme da marzo e che la stagione invernale è fortemente a rischio. “Con lo stop di questi giorni il sistema della neve non può rischiare di non partire, ma se non si attiva ora c’è il pericolo che se anche ci dovessero essere le condizioni per un’apertura più avanti, le piste non abbiano l’innevamento. Quei pochi alberghi che potranno rimanere aperti per rendere disponibile un servizio che sui territori diventa anche indispensabile, non possono dover scegliere tra decontribuzione e cassa integrazione, ma poter tutelare il lavoro in questi mesi difficili”.

Gli albergatori vedono avvicinarsi il punto di non ritorno. “Se a questo aggiungiamo la difficoltà di queste ore di avere certezze sulle disposizioni previste nei provvedimenti delle scorse settimane e in quelli che da domani troveranno applicazione, il quadro si presenta davvero a tinte fosche”, dicono.

«Siamo allo stremo e rischiamo una sentenza di chiusura irreversibile – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi – Serve un cambio di passo, con un sostegno forte, strutturato e consapevole della drammatica realtà del settore».

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