Confindustria Alberghi al governo: “Nuove misure, altrimenti si chiude”

Confindustria Alberghi al governo: “Nuove misure, altrimenti si chiude”
04 Giugno 17:14 2020 Stampa questo articolo

Servono interventi urgenti e mirati per garantire la sopravvivenza del settore. Confindustria Alberghi conferma tutte le perplessità già emerse nelle scorse settimane sul sostegno dell’esecutivo Conte al comparto del travel, e in una nota ufficiale ne sollecita ancora l’intervento.

“Il weekend del 2 giugno si è chiuso ancora con un “nulla di fatto” per il settore turistico, con mancati introiti stimati per almeno 1 miliardo di euro che vanno a sommarsi a circa 25 miliardi di euro, dovuti al fermo del settore che, va ricordato, ormai dura da 100 giorni”, si legge nella missiva.

E ancora: “Ad oggi oltre il 95% delle strutture alberghiere è ancora chiuso e il 97% dei lavoratori del settore è in attesa della cassa integrazione. Gli effetti delle misure di sostegno per le imprese, ancora tardano ad arrivare. E dobbiamo sottolineare che le perdite accumulate non potranno in alcun modo essere colmate. Nel settore alberghiero non esiste “magazzino”, la camera che non viene venduta è persa e non potrà più essere recuperata”.

Tra i provvedimenti richiesti dall’associazione, la necessità di favorire il rientro in azienda dei lavoratori oggi in cassa integrazione, prevedendo che il valore degli ammortizzatori sociali si trasformi in riduzione del costo del lavoro. “Una misura a costo zero per le casse dello Stato, ma che riporterebbe i lavoratori in azienda con il recupero della piena retribuzione e renderebbe più sostenibile la riapertura per le imprese”.

«Abbiamo di fronte a noi un periodo di grosse incertezze e un percorso totalmente in salita. Le nostre strutture sono ancora chiuse e per quelli che apriranno, i prossimi mesi saranno quasi certamente caratterizzati da una bassissima occupazione», dichiara Maria Carmela Colaiaicovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, che ha aggiunto: «Il problema che più ci preoccupa è che molti operatori non possano riaprire in assenza della necessaria sostenibilità economica. I flussi di cassa si sono interrotti drasticamente i primi di marzo e per questo auspicavamo in un intervento del Governo che sostenesse le imprese in questa situazione di assoluta gravità. Sono necessarie misure subito efficaci che rendano possibile la ripresa dell’attività e mettano a riparo le imprese del settore dagli appetiti di speculatori, o peggio della malavita».

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