Comuni solidali: c’è chi sospende o congela la tassa di soggiorno

09 Aprile 10:49 2020 Stampa questo articolo

Indagine del centro studi di Federalberghi sulle delibere comunali che hanno sospeso l’applicazione dell’imposta di soggiorno e hanno prorogato i termini per il versamento a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus.

Se alcuni Comuni italiani hanno rinviato l’entrata in vigore della stessa, altri ne hanno sospeso l’applicazione o spostato il termine assegnato alla struttura ricettiva per riversare al Comune le somme incassate. È quanto emerge dall’analisi di Federalberghi, che ha esaminato le delibere adottate da Albissola marina, Albisola superiore, Arona, Bologna, Catania, Chioggia, Firenze, Genova, Lecce, Manerba del Garda, Milano, Modena, Moniga del Garda, Montecatini, Padenghe sul Garda, Padova, Pesaro, Pompei, Ravenna, Rimini, Riccione, Soiano del Lago, Taggia e Treviso.

«Ci muoviamo in uno scenario di mercato drammatico – ha dichiarato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – Uno scenario in cui la liquidità costituisce l’ossigeno indispensabile per consentire alle imprese di sopravvivere. Ringraziamo quindi i sindaci che hanno compreso la gravità della situazione e hanno risposto alla nostra richiesta di prorogare i termini per il versamento».

L’associazione apprezza anche la decisione di sospendere l’applicazione dell’imposta. «Sebbene in questo momento, con gli alberghi vuoti, la misura rivesta un valore simbolico, essa potrà risultare utile in prospettiva. All’atto della riapertura, che sarà a dir poco complicata, anche un euro in meno sul prezzo della vacanza potrà aiutare a sostenere la competitività delle nostre destinazioni, determinando benefici per le economie locali», prosegue Bocca.

«Ma i Comuni italiani che applicano l’imposta sono più di mille, mentre le delibere correttive sono state adottate in poche decine di località – sostiene il numero uno di Federalberghi – Inoltre, ci sono anche altre imposte locali che gravano sul bilancio degli alberghi. Tra queste, ricordiamo la Tari, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico e i canoni demaniali, che vengono richiesti anche quando gli alberghi sono chiusi o vuoti, con la produzione di rifiuti azzerata, e gli spazi pubblici concessi alle aziende rimango inutilizzati. Ci appelliamo quindi a tutti gli amministratori locali invitandoli ad adottare con urgenza provvedimenti che proroghino i termini per il versamento di tutte le imposte e ne riducano l’entità».

Infine, Bocca conclude auspicando che «il governo ed il parlamento conferiscano la dovuta attenzione agli emendamenti al decreto cura Italia, che propongono la revisione del sistema sanzionatorio in materia di imposta di soggiorno. Purtroppo molti titolari di strutture ricettive non sono in condizione di riversare subito al Comune l’imposta di soggiorno incassata nei mesi di gennaio e di febbraio. Se la norma statale non sarà modificata con urgenza, queste persone rischieranno una condanna per peculato. Federalberghi ha chiesto che entri in vigore subito prevedendo l’applicazione delle sanzioni amministrative normalmente previste in caso di omesso pagamento delle imposte».

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