Compagnie aeree in crisi, la seconda ondata dei tagli

by Redazione | 26 Agosto 2020 10:31

American Airlines taglierà 19mila posti di lavoro entro il 1° ottobre quando verranno meno gli aiuti al settore aviation del Congresso. In questo modo, la compagnia aerea a stelle e strisce finirà per ridurre la forza lavoro del 30% a causa della flessione della domanda dovuta alla pandemia.

I quasi 20mila dipendenti che verranno lasciati a casa, si vanno ad aggiungere ai più di ventimila che, negli scorsi mesi, avevano acconsentito a lasciare l’azienda con il pensionamento anticipato o pacchetti di buyout, oltre a quelli che avevano accettato di aderire a formule di licenziamento volontario nel mese di ottobre.

«Anche con questi sacrifici, circa 19mila membri del nostro team saranno licenziati o separati involontariamente dalla società il 1° ottobre, a meno che non ci sia un’estensione degli aiuti federali», ha scritto in una lettere inviata ai dipendenti il ceo della compagnia Doug Parker.

American Airlines, che con i suoi quasi 140mila dipendenti è il vettore più grande al mondo, non sarà però l’unico vettore a tagliare la propria forza lavoro a causa del Covid-19.

Secondo Reuters, Delta Air Lines è pronta a licenziare 1.941 piloti entro ottobre, mentre al di qua dell’oceano è Finnair che ha avviato una serie di negoziati per ridurre fino a 1.000 posti di lavoro attraverso i licenziamenti, mentre misure come allontanamenti volontari e pre-pensionamenti riguarderanno circa 2.800 dipendenti che lavorano in Finlandia e nelle sedi estere. Oltre alle riduzioni di personale previste, la compagnia continuerà ad applicare licenziamenti temporanei praticamente a tutto il suo personale in Finlandia.

E se anche l’australiana Qantas ha da poco annunciato di voler lasciare a casa 2.500 dipendenti, nelle scorse settimane anche Lufthansa, British Airways ed Air France avevano comunicato piani di esuberi a lungo termine, rispettivamente per 22mila, 12mila e 6.500 posti di lavoro.

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