Come si tornerà a viaggiare? I megatrend 2025

Come si tornerà a viaggiare? I megatrend 2025
31 Marzo 07:00 2021 Stampa questo articolo

Sostenibilità, pagamenti super evoluti, turismo di prossimità e startup. Da qui al 2025, forse definitivamente liberi dagli strascichi della pandemia, le tendenze di viaggio sperimentate nell’ultimo periodo si consolideranno. La testata di settore statunitense Skift – nel corso di Itb Berlin Now, la versione digitale della fiera tedesca che vede L’Agenzia di Viaggi Magazine media partner – ne ha indivuate 14. Scopriamole insieme.

IMPATTO ZERO. Il viaggio diventa sempre più intimo e l’attenzione verso il pianeta, dopo il Covid, sarà massima. Cresce la propensione nel portare valore alle economie locali. Le destinazioni meno battute e la sostenibilità? È qui che si concentrano le strategie di marketing. La travel experience? Introspettiva e carica di emozioni genuine.

VICINO CASA. In tempi di lockdown, restrizioni e paure, il turismo di prossimità ha avuto la sua impennata nelle scelte di viaggio dei consumatori. Dunque, le mete a due passi da casa consolidano l’appeal. E c’è addirittura chi continuerà a scegliere la staycation, ovvero soggiorni nella propria città.

HOTEL PER EVENTI. “Hotels are back”. E a svilupparsi sono proprio i brand e le strutture ricercate dagli organizzatori di eventi e dai businessman. Il trend è delineato dai big player dell’ospitalità, che proseguono nella spinta verso alberghi lifestyle e inseriti nei grossi centri urbani e nelle aree d’affari.

WORKATION. Anche qui la pandemia ha fatto ampiamente la sua parte. Ormai si può lavorare ovunque, anche in vacanza, che sia a bordo piscina o in un coffee shop. Ma c’è un altro fenomeno, mosso dallo smart working, da tenere sott’occhio: i viaggi di lavoro organizzati dalle aziende per fare team building.

L’ASIA RINASCE. I Paesirafforzeranno ilturismo regionale e domestico. E le analisi di settore prevedono che l’Asia sarà la principale beneficiaria. I cinesi, in primis, prediligeranno i viaggi nelle destinazioni limitrofe, a discapito del lungo raggio.

DIVERSIFICARE. Nel mercato, i confini sono indefiniti. I big player, soprattutto quelli dell’online, diversificano e, in molti casi, vanno ben oltre il loro core business. Le persone hanno davanti una quantità di opzioni inquantificabile.

ABBONAMENTI. Avanza il modello Netflix con prodotti iperpersonalizzati e tagliati su misura, a seconda delle esigenze del cliente. Un fenomeno che riguarda tour operator, hotel, ma anche le compagnie aeree. L’abbonamento, che sia mensile o annuale, piace ed è sinonimo di fedeltà.

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VOLARE BASSO. Nel 2025, distanziamento sociale e mascherine dovrebbero essere un vecchio, brutto ricordo. Il turismo uscirà cambiato dalla pandemia e le compagnie aeree – seppur con modelli diversi e più flessibili – torneranno a produrre ricavi. I piani di espansione? Sì, ma senza esagerare. Si ripartirà con i piedi di piombo.

PRIVATE ISLAND. Meglio le escursioni a terra o navigare alla volta di spiagge private? Forse la seconda. Le compagnie crocieristiche, sempre più green, continueranno a spingere sulla travel bubble, dentro cui i viaggiatori si sentiranno sicuri.

MOBILE WALLET. Che la seconda rivoluzione del payment abbia inizio. Da qui ai prossimi cinque anni, durante gli spostamenti, la gente avrà pieno controllo del suo mobile wallet, tra superapp, social media e criptovalute. Le aziende dovranno essere pronte e contactless: gli studi dicono che circa il 20% dei consumatori finali abbandona il booking se non trova il metodo di pagamento preferito.

AI E ROBOT. Automatizzare i processi, nonostante le legittime preoccupazioni dei lavoratori. Prosegue lo sviluppo dei robot, quelli visibili, che puoi trovare nelle reception degli hotel, e quelli invisibili, quindi artificial intelligence e machine learning.

I NUOVI AFFITTI. Parlare di sistemazioni alternative è anacronistico. Quella degli affitti brevi è indubbiamente una new era: Airbnb si evolve, ma deve fare i conti con i colossi dell’hôtellerie, che accelerano su ville e residenze “super accessoriate”.

SPAZIO STARTUP. La crisi sta costringendo al taglio dei costi, soprattutto per quelle aziende le cui strutture appaiono anacronistiche. Si riduce il personale e si restringe, spesso, il campo di azione. Negli spazi vuoti, a colmare quei gap in cui la domanda sembra essere ancora vitale, si inseriscono nuove realtà più dinamiche.

SOLDI IN CASSA. Come in tutte le crisi, una volta concretizzata la ripresa ci saranno vincitori e vinti. Fondamentale sarà portare liquidità in cassa. Un esempio? Catene alberghiere del calibro di Marriott, Accor, Hilton e Intercontinental abbandonano le Ota e ottimizzano le prenotazioni dirette.

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Giulia Di Camillo
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