Come salvare il turismo:
appello di Pagliara al governo

by Roberta Rianna | 31 Marzo 2020 10:31

Finora era rimasto in posizione di attesa, ora alza la voce Giuseppe Pagliara. Il ceo di Erregi, la holding che controlla Nicolaus e Valtur, affida alla stampa un appello a Palazzo Chigi attraverso i parlamentari del sud perché vengano offerti alle aziende del turismo gli strumenti giusti per ripartire nel post coronavirus.

«Cosa chiediamo al governo? È opportuno – scrive nella sua lettera aperta – che si evidenzi la possibilità di considerare come credito di imposta l’affitto che gli operatori turistici corrispondono per la gestione delle strutture alberghiere e di accoglienza. Di pari passo, è fondamentale prevedere l’azzeramento delle imposte nazionali e locali e considerare una moratoria sui mutui in essere ben oltre il periodo di 6 mesi. È necessario, ancora, intervenire con urgenza nel rapporto con gli istituti di credito affinché si impegnino concretamente per garantire, in tempi certi, liquidità a medio e lungo termine alle aziende che pensano che il turismo sia un settore strategico».

«In questo periodo – prosegue – si sta discutendo di liquidità che le banche possono concedere per somme limitate, e invece per ripartire e pagare gli stipendi ai dipendenti è necessario che si faccia riferimento a somme più consistenti. Se non si mette mano a provvedimenti di questo genere, in modo chiaro e subito, il turismo rischia di diventare un settore senza prospettive anche per migliaia e migliaia di lavoratori di settori che, come il commercio e la ristorazione, sono a esso direttamente collegati».

E infine: «Un’ulteriore misura da rendere operativa, magari, in una fase successiva a quella attuale: il riconoscimento di un credito di imposta destinato ai turisti che decidono di trascorrere in Italia le loro vacanze. Mentre anche le Regioni, a cominciare dalla Puglia, devono pensare nel più breve tempo possibile agli interventi da mettere in campo per sostenere la riapertura delle imprese».

Secondo Pagliara «il governo si sta muovendo bene e in modo responsabile per venire incontro alle aziende in prima linea nei settori strategici per affrontare l’emergenza sanitaria e, di pari passo, ha colto la necessità di evitare una crisi sociale con interventi e risorse che i singoli comuni potranno utilizzare».

Ma, detto ciò, «gli interventi previsti e quelli programmati in questo momento non tengono conto della necessità di dare la speranza alle aziende del settore che il turismo possa ripartire non appena verrà meno la necessaria distanza sociale che in questo momento sta permettendo di evitare l’effetto domino nella propagazione della pandemia».

Giuseppe Pagliara ricorda anche come «il turismo stagionale sia fondamentale in regioni come la Puglia, la Campania, la Sicilia, la Sardegna e la Basilicata per costruire occasioni di lavoro della durata di circa 4 mesi, da giugno a settembre almeno, così da permettere l’incasso di stipendi che insieme alla successiva disoccupazione aiutano migliaia e migliaia di famiglie a vivere tutto l’anno».

«Il turismo, in questo momento – sottolinea – è il settore più colpito, quello che probabilmente non ha lobby da mettere in campo nel momento delle decisioni e che appare il più lontano dalle esigenze della gente comune. Le aziende di cui sono amministratore delegato, tra le altre Nicolaus Tour e Valtur, al 23 febbraio scorso avevano in organico 130 dipendenti circa. In questo momento il 95% della forza lavoro è in cassa integrazione, perché non ci sono entrare e le uniche attività da svolgere sono quelle strategiche, di direzione e le altre legate alla gestione del sito».

«Questa era, per noi, la fase nella quale eravamo impegnati nella di sottoscrizione dei contratti stagionali per centinaia di persone, tra la Puglia e le altre Regioni del Mezzogiorno. Il rischio ora è – insiste il manager – che, in assenza di provvedimenti che guardino al futuro, si possano vanificare gli investimenti e il lavoro di crescita e di qualificazione svolto negli ultimi anni con buoni risultati».

«La nostra azienda – ricorda infine – opera in tutte le Regioni del sud con villaggi e alberghi a gestione diretta con i marchi Nicolaus e Valtur. Pensare di riaprire all’inizio di luglio significa decidere oggi cosa è possibile fare e in quale campo normativo operare. Ogni giorno che passa significa spostare l’apertura delle strutture in avanti di almeno una settimana. Se non vogliamo disperdere il valore costruito per le nostre aziende, per il territorio e per migliaia di lavoratori è necessario che i provvedimenti da mettere in campo siano chiari e coerenti. Il turismo deve sapere di poter ripartire nel più breve tempo possibile anche per offrire una sana iniezione di speranza e predisporre psicologicamente chi sta in casa alla possibilità di un futuro migliore».

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