Visto obbligatorio per i turisti Usa:
l’Italia perderebbe 600 milioni di euro

06 Marzo 07:00 2017 Stampa questo articolo

Con la minaccia della reintroduzione del visto per l’Europa obbligatorio per i turisti Usa, il mercato italiano potrebbe subire un’erosione fisiologica di almeno 400mila arrivi e una perdita di 600 milioni di euro in spesa turistica. È la stima per difetto ricavata dagli studi che la Commissione Ue, attraverso Euromonitor, compie periodicamente nei casi di obbligatorietà del visto.

Il provvedimento, dunque, scoraggerebbe i viaggi verso l’Europa per una forbice compresa tra il -8 e il -12% dei vacanzieri statunitensi che ogni anno scelgono il vecchio continente.

Un danno non certo marginale per la nostra bilancia turistica che proprio dagli Stati Uniti, ogni anno, ottiene introiti per oltre 4,8 miliardi di euro (dati Bankitalia 2015).

La storia del visto è ormai alla ribalta dei media internazionali: il Parlamento europeo sarebbe infatti orientato a reintrodurre, anche se solo temporaneamente, l’obbligo del visto per i cittadini statunitensi in visita nell’Unione europea per mancanza di reciprocità, ma anche come esplicita ritorsione nei confronti dell’amministrazione Trump che ha confermato di non voler concedere l’esenzione del visto per i cittadini di cinque Paesi dell’Ue – Polonia, Croazia, Bulgaria, Romania e Cipro – che quindi non possono usufruire del Visa Waiver Program che permette a un visitatore di restare negli Usa fino a 3 mesi per turismo o affari senza richiedere il visto, ma solo con l’autorizzazione online Esta.

Il legislatore ha invitato la settimana scorsa la Commissione Ue ad agire in tal senso entro maggio, prima dell’apertura della stagione estiva.

Attualmente i cittadini statunitensi possono viaggiare in tutti gli Stati membri dell’Ue senza visto, ma al contrario gli Stati Uniti non ha concesso l’esenzione per quei cinque Paesi considerati a rischio. La stessa Commissione Ue ha già posto l’accento sulle possibili ripercussioni derivanti dalla reintroduzione del visto per i viaggiatori provenienti dagli States: gravi danni, non solo al turismo, ma anche al commercio. Danni che sarebbero difficilmente recuperabili in poco tempo.

Quello che si preannuncia è un braccio di ferro all’interno dell’Ue tra il fronte pro-visto e chi non intende rovinare i rapporti commerciali e turistici con un partner di prima grandezza come gli Stati Uniti.

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Andrea Lovelock
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