Cina tra voucher e settimana corta: così rinasce il turismo interno

by Roberta Moncada | 22 Aprile 2020 10:24

Voucher, buoni sconto, coupon. E poi ancora, orari lavorativi flessibili per permettere a tutti di andare in vacanza. Oltre naturalmente, a mascherine e misure di prevenzione igienico-sanitarie un po’ dappertutto. Dopo la tempesta del Covid-19, il il turismo domestico in Cina è già ripartito grazie a una serie di misure come, da esempio, i voucher.

Sono più di 30, da metà marzo ad oggi, le amministrazioni provinciali e comunali cinesi – soprattutto quelle a maggiore vocazione turistica – che hanno introdotto incentivi di questo tipo, per un totale di più di 10 miliardi di yuan, tutto con l’obiettivo di stimolare i consumi in questa fase di cauta riapertura dopo il lockdown.

Ma la spiccata propensione al risparmio del popolo cinese, e il clima di incertezza generale, hanno spinto Pechino ad optare per misure mirate e spendibili in tempi molto brevi come i coupon, emessi dalle amministrazioni locali e spesso erogati tramite piattaforme di pagamento elettronico come Alipay o WeChat Pay, ma soprattutto subito spendibili per acquistare beni di consumo online e offline: dai ristoranti ai cinema, dagli hotel alle case vacanza, passando per i viaggi all’interno del Paese.

Entità, erogazione, e destinatari dei voucher variano poi, da provincia a provincia, in base alla strategia della singola amministrazione. Ad esempio, la municipalità di Shenzhen (città da più di 12 milioni di abitanti), ha indetto una lotteria su WeChat per distribuire i circa 240mila buoni sconto del 25% da utilizzare per soggiorni in hotel e cene al ristorante. La somma, non appena l’utente paga il conto tramite app nell’esercizio convenzionato, viene poi automaticamente dedotta dal totale.

La città di Hangzhou, invece, che già durante la crisi finanziaria del 2009 aveva utilizzato con enorme successo il sistema dei coupon, solo nell’ultima settimana di marzo ha emesso voucher per un valore di 28,93 milioni di yuan, generando consumi per 453 milioni di yuan in pochissimi giorni.

E ancora, sono ben 200mila i buoni da 50 yuan emessi dall’amministrazione del Jiangxi, utilizzabili dai residenti della provincia per attrazioni turistiche, parchi, funivie, crociere, spettacoli e per altri consumi “secondari”. Allo scopo di incentivare la domanda turistica, la provincia ha anche introdotto un programma di orario lavorativo flessibile per quadri e dipendenti che prevede 2 giorni e mezzo di riposo (una sorta di settimana corta), rendendo così più semplice partire per il weekend. Una misura, quest’ultima, adottata anche da altre province come Anhui, Guangdong e Fujian.

M non è finita, perché in aggiunta a ciò, molti siti turistici hanno reso gratuiti gli ingressi durante il weekend, introducendo al contempo misure di prevenzione del contagio da coronavirus come mascherine obbligatorie, controllo della temperatura, limitazione degli accessi e visite su prenotazione.

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