Cina, gigante B2B del travel. Dai Bin: «L’85% dei viaggi con i tour operator»

22 Gennaio 11:14 2018 Stampa questo articolo

Negli ultimi tre anni è stato il mercato outbound più grande del mondo: 129 milioni di turisti nel 2017, con solo 110 miliardi di dollari spesi oltreoceano. E sebbene la maggior parte dei viaggiatori scelga ancora spostamenti di corto raggio, nel 2016 sono stati 12 milioni i viaggi effettuati nel vecchio continente. «Il Paese europeo che i cinesi preferiscono è la Francia, anche se, considerando la sicurezza personale come uno dei requisiti di base richiesti dal viaggiatore cinese, negli ultimi tempi i viaggiatori cinesi hanno preferito destinazioni come l’Italia». Dai Bin, presidente di China Tourism Academy, l’istituto governativo diretta emanazione dell’Autorità Nazionale del Turismo Cinese, non ha dubbi quando parla dello Stivale come una dei punti d’accesso preferiti dai suoi connazionali quando arrivano in Europa. «Nel 2016 sono stati 550mila i cinesi che come primo stop hanno preferito l’Italia, ma si tratta di una cifra che può crescere ancora dopo che il 2018 sarà l’Anno del Turismo Europa-Cina».

Dai BinQuali sono i trend di sviluppo?
«Sebbene lo sviluppo del mercato del turismo cinese outbound abbia subito un rallentamento rispetto alla repentina crescita registrata fino al 2015, ha comunque registrato una crescita di circa il 5% nel 2016. Dal punto di vista del potere di spesa, poi, Ctrip ha calcolato che per il biennio 2017-2018 il consumo totale dei turisti cinesi in Europa raggiungerà circa 19,6 miliardi di euro, mentre il consumo medio dovrebbe superare i 3.268 euro a persona. Dal report emerge anche l’attenzione da parte di grandi catene (ristoranti, alberghi ecc) che hanno progetti di investimento in Europa. Tra questi Jinjiang International, Hna Group, Kaiyuan Hotel hanno progetti di investimento in Grecia, Francia e Spagna che creeranno anche nuovi posti di lavoro in Europa».

E l’Italia in particolare?
«Grazie al suo ricco patrimonio storico e naturale, l’Italia è diventata una delle destinazioni europee più importanti per i turisti cinesi. Ciò ha avuto un impatto diretto sui consumi, sugli investimenti e sugli impieghi. Il report di Ctrip, invece, indica che la spesa pro-capite sia stata di almeno 900 dollari americani, e che l’Italia è uno dei 10 Paesi con il maggior costo totale di spesa».

Che posizione occupa l’Europa nel mercato del turismo outbound cinese?
«La proporzione del turismo cinese verso l’Europa è solo inferiore a quella degli Stati Uniti. Fino a novembre del 2017, il numero di visite in outbound verso l’Europa era di 553,79 milioni, di 282,34 milioni negli Stati Uniti. Negli ultimi anni il numero di turisti cinesi in Giappone e Corea del Sud sono diminuiti, l’importanza delle destinazioni europee è ulteriormente aumentata».

Cosa vi aspettate dall’Anno del Turismo Europa-Cina?
«L’impatto positivo sarà decisivo, è previsto una crescita del 15% del mercato turistico europeo e cinese nei prossimi due anni. A novembre 2017 il dato relativo all’Europa risultava aumentato del 13.4%».

Che caratteristiche ha il turista cinese che viaggia in Europa?
«L’Europa è una meta lontana ed è un impegno di spesa importante. Infatti, la spesa media complessiva è elevata, in considerazione del fatto che i turisti cinesi, una volta giunti in Europa, visitano almeno due Paesi, con un soggiorno totale medio-lungo (7-9 giorni). Nella scelta delle destinazioni, pesano molto i media e le promozioni dei tour operator; quindi la comunicazione, soprattutto digitale, è l’elemento di maggiore influenza».

E quanto hanno speso?
«Nella prima metà del 2017 la spesa media in Europa è stata di 1.485 euro pro capite. I viaggiatori individuali hanno speso in media 1.607 euro, i singoli in viaggi di gruppo 1.303 euro. Il 63% del totale dei turisti cinesi sono donne e la maggior parte ha più di 50 anni. I cinesi che viaggiano in Europa provengono per la maggior parte (più del 50%) dalle regioni del Jiangsu e Zhejiang e, come grandi metropoli, da Shanghai».

Quali sono gli ultimi trend di viaggio dei turisti cinesi?
«Viaggi di famiglia, tour personalizzati, tour culturali sono diventati il mainstream, i viaggiatori si focalizzano sulla ricerca della qualità della vita anche nei viaggi, adottando comportamenti sempre più razionali. I turisti cinesi sono alla ricerca di nuove destinazioni ed esperienze di viaggio che gli consentano di vivere a pieno la cultura e le abitudini dei luoghi visitati. D’altro canto, lo shopping resta una motivazione importante nella scelta di un viaggio, anche se subisce in proporzione un calo del 31% rispetto ad altre motivazioni legate allo stile di vita e alla cultura. L’85% dei viaggi all’estero sono organizzati da tour operator, che operano nelle principalmente nelle città. I viaggiatori individuali sono il 15%, percentuale in costante crescita».

E i Millennials?
«I Free Independent Travel (FIT) sono per lo più Millennial che si muovono in autonomia, parlano inglese, organizzano il viaggio servendosi di strumenti digitali e prediligono i viaggi tematici (33%), e gli eco-tour (28%). Il 79% dei turisti cinesi continua a preferire il soggiorno in hotel anche se stanno aumentando i soggiorni in appartamenti e in ostello, soprattutto da parte dei giovani».

Da cosa sono influenzate le scelte dei turisti cinesi?
«Dagli standard di accoglienza, dalla presenza di informazioni fornite in lingua cinese e dal sistema di pagamento. Per quanto riguarda i consigli di viaggio, si fidano di ciò che dicono amici e parenti e dai media online, oltre che dagli influencer».

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Giorgio Maggi
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