Cig e ristori, la palla al Consiglio dei ministri

04 Gennaio 11:27 2022 Stampa questo articolo

Nonostante le rassicurazioni di fine anno sulla proroga della Cig Covid per il turismo, nessuna notizia certa è giunta da Palazzo Chigi, dove è atteso per domani (mercoledì) il Consiglio dei ministri.

Dai partiti si leva la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio. Si ragiona da 9-10 miliardi, pari a mezzo punto di Pil, per mettere l’ennesima toppa alla crisi economica dovuta alla pandemia. Sul piatto l’attesa proroga della cassa integrazione, ma anche un nuovo round di ristori ai settori più colpiti (la richiesta del turismo organizzato è di un fondo da 500 milioni) e il taglio delle bollette di luce e gas, non solo alle famiglie, ma anche alle imprese.

Ancora forti i dubbi che venga raggiunto un accordo nel Cdm di questa settimana, incentrato sulle misure anti virus e sulla possibile estensione del super green pass – ovvero l’obbligo vaccinale – a tutti i lavoratori.

L’anno, stando alle previsioni iniziali, sarebbe dovuto cominciare con un Pil al +4,2%, ma la variante Omicron ha sparigliato le carte costringendo il governo a rivedere i conti.

Insieme al turismo, prima vittima del Covid, le nuove regole di Capodanno hanno stroncato nuovamente anche le discoteche  chiuse fino al 31 gennaio.

Da M5S, Lega e Leu una richiesta chiara: “La Befana ci porti un nuovo scostamento”. Presa di posizione anche da parte dell’ex premier Giuseppe Conte, ora leader pentastellato: “Inutile indorare la pillola, servono subito interventi massicci e un nuovo scostamento di bilancio per dare ristori e segnali concreti di vicinanza a chi non ce la fa. La sopportazione è al limite e gli aiuti devono essere rapidi”.

Approccio condiviso dal Comitato per le politiche del lavoro del M5S composto da Nunzia Catalfo (coordinatrice), Stefania Ascari, Tiziana Ciprini, Iunio Valerio Romano e Davide Tripiedi: “Serve un nuovo scostamento di bilancio per finanziare, tra le altre cose, la proroga della cassa integrazione con causale Covid-19 e la proroga dell’equiparazione dei periodi di quarantena allo stato di malattia almeno fino al termine dello stato di emergenza”.

“Secondo le stime – conclude la nota – sarebbero 200mila i lavoratori a rischio senza tale proroga, concentrati in particolar modo nei settori del turismo e della ristorazione”.

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