Cdp volta pagina: arriva l’ad Scannapieco, l’uomo di Draghi

Cdp volta pagina: arriva l’ad Scannapieco, l’uomo di Draghi
28 Maggio 08:19 2021 Stampa questo articolo

Utile netto di 2.774.522.485 euro con un dividendo di 2.220.526.970,64 euro da distribuire agli azionisti. Sono i risultati del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020 di Cassa Depositi e Prestiti Spa approvato dall’assemblea degli azionisti.

Nella stessa sede è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione in carica per tre anni, ovvero fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.

Confermato il presidente Giovanni Gorno Tempini, mentre la vera novità è Dario Scannapieco, nel ruolo di amministratore delegato. Quest’ultimo, che riveste la carica di vicepresidente della Bei – Banca europea per gli investimenti, è stato già soprannominato “Draghi boy”, l’uomo scelto dal premier per la gestione dei fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che in gran parte transiteranno da Cdp. Un cambio ai vertici voluto da Palazzo Chigi, come nel caso della staffetta Battisti-Ferraris alla guida di Ferrovie dello Stato, che potrebbe tradursi anche in una forte discontinuità nella gestione degli investimenti. 

Cassa depositi e prestiti, controllata per circa l’83% dal ministero dell’Economia e delle Finanze e per circa il 16% dalle fondazioni bancarie, è presente con forza nel settore turistico, con lo scopo dichiarato di supportarne lo sviluppo. Tra le partecipazioni più note, quella in Th Resorts con il 45,9%, la società guidata da Graziano Debellini supportata anche attraverso la presa in carico come proprietario di diversi villaggi turistici gestiti dal Gruppo.

Tornando al rinnovo del cda, gli altri nomi apparsi sono quelli di Fabrizia Lapecorella, Fabiana Massa, Anna Girello Garbi, Giorgio Toschi, Livia Amidani Aliberti, Matteo Melley e Alessandra Ruzzu.

In sede straordinaria, l’assemblea ha approvato alcune modifiche dello Statuto riguardanti, tra l’altro, il recepimento dei più stringenti requisiti degli amministratori e dei sindaci previsti dal nuovo dm 169/2020, l’innalzamento a due quinti delle quote di genere negli organi sociali e l’introduzione del principio di sviluppo sostenibile.

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