Caro voli in Sicilia: «Serve l’Authority»

26 Novembre 07:00 2019 Stampa questo articolo

Per la Sicilia, rispetto alla situazione in Sardegna, il principale ostacolo a una programmazione turistica destagionalizzante e vincente anche rispetto alle mete estive competitor è il nodo tariffario nel trasporto aereo. Biglietti troppo cari significa andare fuori mercato.

Lo ha ribadito Mario Bevacqua, past president di Uftaa e operatore siciliano, che rilancia una proposta: «Premesso che stiamo parlando di un bacino d’utenza che vale 20 milioni di passeggeri l’anno, e in continua crescita sugli aeroporti di Palermo, Catania, Comiso-Trapani, Pantelleria, Lampedusa – spiega – credo che la cosa migliore per la Regione Sicilia sia quella di avere una sola Authority che si dedichi allo studio corretto di rotte e rotazioni, per impostare un corretto dialogo con le compagnie aeree interessate al business, perché di business si tratta».

In questo modo, le società di gestione degli aeroporti «Sac e Gesap potrebbero implementare il core business e indicare all’Authority le necessità dello scalo che gestiscono – continua Bevacqua – Piuttosto che occuparsi individualmente del proprio aeroporto per i voli, gestiscano al meglio i flussi che transitano incrementando, se possono, i servizi al passeggero».

L’aeroporto può essere infatti considerato il primo «biglietto da visita del territorio, e credo che in questo modo si potrebbe evitare lo strapotere delle compagnie aeree che agiscono sulla Sicilia quasi da monopoliste con prezzi spesso inaccettabili – suggerisce – Sarebbe bene ricordare ai soggetti interessati che nel trasporto aereo la Sicilia offre oggi al mercato le due rotte più significative in termini di pax, ovvero la Palermo-Roma e la Catania-Roma e altre ancora che dalla Sicilia arrivano a Milano. A conti fatti, la Regione offre al mercato sei aeroporti e oltre 20 milioni di passaggi aerei: è un bel piatto sia per l’outgoing che per l’incoming».

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Secondo il quotidiano locale La Sicilia, dopo i raffronti tariffari di inizio novembre dove i voli da Milano a Catania arrivano a costare oltre 380 euro, Assoclearance, organismo composto da gestori e compagnie, si sarebbe convinto ad affrontare il problema del caro tariffe, in particolare nei periodi di picco (estate e Natale), e si attende un suo pronunciamento.

Sulle potenzialità siciliane non si discute. Basti per tutti l’esempio dell’aeroporto Vincenzo Florio-Birgi di Trapani, che per la summer 2020 conferma i collegamenti quotidiani di Alitalia con Milano Linate e Roma, e per quanto riguarda Ryanair offre un collegamento quotidiano con Pisa, uno con Bologna, due frequenze settimanali con Malta, due frequenze settimanali con Baden Baden e Praga e quattro frequenze settimanali con Bergamo. Inoltre un terzo vettore, Blue Air, collegherà con quattro frequenze settimanali Torino e i voli charter di Corendon Airlines sono confermati anche per la prossima estate sia per Maastricht che per Amsterdam. Infine permangono i collegamenti in continuità territoriale con Pantelleria. «C’è anche qualche altra trattativa in corso – evidenzia il direttore di Airgest Michele Bufo – rispetto al rilascio di autorizzazioni Enac o all’evolversi dei contatti con la Russia in particolare».

Un work in progress promettente per il piccolo ma dinamico scalo: «I contatti con Ryanair sono incessanti – aggiunge il presidente Airgest, Salvatore Ombra – Le prospettive sono di aumentare esponenzialmente le rotte. La compagnia ha manifestato attenzione per un progetto duraturo che potrà portare a una programmazione pluriennale, con una crescita prevista del +140%, possibile anche grazie alla Regione. Il buon esito delle trattative dipenderà molto dai comuni del Trapanese: se vorranno investire in promozione turistica e se ripagheranno il debito pregresso residuo con il vettore di Dublino». Anche sul versante continuità territoriale, da e per Trapani potrebbero arrivare nuove rotte su Napoli, Brindisi, Ancona, Perugia.

IL DIBATTITO SULLA CONTINUITÀ TERRITORIALE. Mentre il sul caro-voli tiene banco, però, la Regione Sicilia fa fronte comune con la Sardegna sull’insularità. Le due isole, infatti, hanno firmato lo scorso 12 novembre un documento comune che chiede compensazioni da inserire già nella legge di bilancio. Nel documento, fra gli altri punti, viene invocata esplicitamente la continuità territoriale per la Sicilia. Le due Regioni chiedono congiuntamente – oltre che le tariffe aeree scontate – fiscalità di sviluppo, incentivi e investimenti sulle infrastrutture.

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Andrea Lovelock
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