Caraibi-Oceano Indiano: il testa a testa dell’inverno

06 Novembre 07:00 2019 Stampa questo articolo

I Caraibi giocano la carta di prezzo e popolarità, Maldive & Co. hanno l’appeal della comodità di fuso e dei voli di linea. La scelta tra i due mari long haul d’inverno spetta soprattutto al cliente: che sia condizionato dal budget o dalla pubblicità vista in tv, è chi entra in agenzia a decidere, rendendo tutto sommato relativa la spinta da parte dei t.o. A meno che non si faccia parte di reti legate ai produttori. Lo dicono le adv che abbiamo interpellato in giro per l’Italia.

Nei desiderata spesso c’è l’Oceano Indiano, ma il budget a disposizione consente di prenotare i Caraibi, come spiega Simona Guidobaldi, titolare Amicomondo di Roma: «Con il Kenya si riesce ad abbassare un po’ il prezzo. I Caraibi vengono richiesti di più con offerte e last minute», e beneficiano di voli più abbordabili contro l’Oceano Indiano dove è aumentata l’offerta di linea, ma resta più cara rispetto a quella da pacchetto.

Anche se può rappresentare «una valida ragione per chi parte ad esempio da Firenze», commenta Elena Taverni, banconista della fiorentina Vanessa Viaggi, che sul fronte offerta segnala una maggior presenza dell’Oceano Indiano. In generale «ci sono gli sconti della prenotazione anticipata, ma in realtà per i periodi delle festività i prezzi sono alti già dall’estate». E allora vince la crociera ai Caraibi, «vista come alternativa al villaggio».

Le crociere riscuotono successo anche perché sono le compagnie a tenere viva l’attenzione, tra pubblicità in tv, nuove navi e agevolazioni come i pacchetti escursioni o, nel caso della Sardegna, contributo di avvicinamento e investimenti su voli diretti, come racconta Mariano Pinna, amministratore della cagliaritana New Feeling Viaggi: «A dimostrazione che quando riesci a mostrare il successo su un prodotto, riesci a ottenere attenzione».

Il focus è anche sulle transatlantiche: «Escludendo i periodi di festa, le compagnie lanciano molte offerte e i clienti riescono a fare anche 20 giorni a buon prezzo», spiegano da Amicomondo. Per Monica Frisoni, direttore tecnico In Transit di Rimini, c’è «un ritorno importante delle Maldive per una clientela altospendente, anche se si sta facendo strada un mercato più easy con l’entrata in gioco di Eden in casa Alpitour e realtà come le guesthouse. Chi ha budget ridotti chiede Zanzibar e Kenya», spiega l’adv affiliata a Welcome Travel.

In Messico il problema delle alghe continua a frenare le richieste ma non ha portato, dicono le agenzie, a un abbassamento dei prezzi od operazioni particolari da parte dei t.o. Il budget incide anche su Cuba, in ripresa ma che soffre di carenza di servizi e prezzi rialzati anche a causa della crisi in Venezuela, uno dei fornitori di riferimento.

In questo momento la spinta maggiore sembra sui Caraibi per Mariano Pinna di New Feeling Viaggi, «più appetibili dal punto di vista economico». Sull’Oceano Indiano invece prende slancio il Madagascar grazie agli investimenti in comunicazione, che vanno a intercettare la voglia di novità. «Al momento non abbiamo notato grandi offerte che spingano verso una destinazione o un’altra, è il cliente che indirizza, influenzato da comunicazione e pubblicità», sintetizza Jessica Strano, socia titolare di Jenia Viaggi a Catania. Nella sua agenzia ci sono state diverse prenotazioni sulle Maldive per il periodo febbraio-marzo.

«IL PREZZO NON E TUTTO». PAROLA DI ADV. «Non aspettiamo che ci arrivino le richieste dal mercato ma lavoriamo per proporre viaggi con particolari tematizzazioni, dobbiamo trovare le motivazioni giuste per far muovere le persone». A confermare la proattività delle agenzie è anche Francesco Spinosa, direttore e amministratore di Scoop Travel a Napoli. Che sia la crociera dedicata ad arte, musica e cultura napoletana o gli incontri con gli esperti nei resort, è questa la chiave secondo l’agente di viaggi: «Non dobbiamo spingere i clienti a prenotare i Caraibi perché spenderanno di meno, dobbiamo raccontare loro che sarà anche l’occasione di viaggiare con un esperto e ascoltarlo».

Come? «Evitiamo il sottodata e puntiamo sull’advanced booking, cerchiamo di creare interesse anche grazie a opinion leader nei gruppi. Organizziamo noi o cerchiamo di trovare buone tariffe con i tour operator». Contare su offerte e incentivazioni per indirizzare le vendite è sbagliato anche per Tullio Pitta, titolare della storica agenzia 5 Giornate a Milano. «Se continuiamo così siamo fuori mercato, abbiamo una filiera di creazione del prodotto vecchia». Qualche idea per superarla? «I cataloghi per esempio: non dovrebbe più stamparli il t.o., ma il network, selezionando i fornitori e rendendoli quasi una rivista, a cadenza anche mensile, focalizzata sui prodotti da spingere».

Fondamentale per l’agente (legato al gruppo Gattinoni) deve essere quindi il ruolo della rete: «Per esempio il punto vendita ha sempre bisogno di attrezzare le vetrine in modo dinamico, magari anche con video e strumenti nuovi, con il supporto di un network è meglio».

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Mariangela Traficante
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