Caos tamponi al rientro:
dove si fanno e dove no

by Giorgio Maggi | 25 Agosto 2020 14:08

C’è chi, come la Regione Toscana, i tamponi, li prevede gratuiti per tutti, residenti e non. E chi, come gli aeroporti milanesi, hanno disposto che l’obbligo di effettuare i test rapidi a chi arriva da Croazia, Spagna, Malta e Grecia, riguardi solo i residenti e chi rimane all’interno della regione.

Dopo il primo weekend di grande rientro dalle vacanze, il caos tamponi non ha risparmiato quasi nessuno tra chi è transitato da porti, aeroporti e stazioni della penisola, dal momento che scali e regioni hanno adottato politiche e tempistiche diverse per ottemperare all’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza.

I PROVVEDIMENTI DELLE REGIONI. Così, se è delle ultime ore l’annuncio via Facebook del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (dal 26 agosto, per tutti i viaggiatori, saranno resi disponibili in stazioni ferroviarie ad Alta Velocità, porti e aeroporti presidi sanitari dove poter effettuare il prelievo dei tamponi), è ancora in corso il braccio di ferro tra le Regioni Lazio e Sardegna.

Obiettivo: trovare un accordo sulla reciprocità dei tamponi da effettuare prima degli imbarchi su navi e aerei dall’isola, e dopo gli arrivi a destinazione. Come si ricorderà, infatti, qualche giorno fa era stato il governatore Nicola Zingaretti – dopo l’aumento dei contagi di persone rientrate dopo un periodo di vacanza in Sardegna – a chiedere che i test fossero effettuati già sull’isola. Una richiesta a cui si era poi associata anche la Regione Campania, mentre la Asl di Bologna raccomanda ai propri concittadini tornati dalla Sardegna “con qualsiasi mezzo di trasporto” di effettuare il tampone per verificare una eventuale positività al Covid-19.

LA SITUAZIONE NEGLI AEROPORTI. Intanto, mentre negli aeroporti più piccoli la situazione sembra essere sotto controllo, nelle ultime ore è divampata la polemica sugli orari in cui, per chi sbarca a Fiumicino e Malpensa, è effettivamente possibile accedere ai test. Dopo le 18.30, infatti, chi atterra a Roma dalle zone considerate a rischio non ha altra scelta che contattare la propria Asl entro le successive 48 ore, a causa della chiusura delle postazioni presso lo scalo. In alternativa, si può tornare in aeroporto il giorno dopo, oppure usufruire dell’impegnativa gratuita rilasciata dai medici del pronto soccorso presenti h24. Con quella, poi ci si può recare in un qualsiasi laboratorio privato a pagamento.

Situazione simile a Malpensa, Linate e Orio al Serio, dove pure la possibilità di effettuare i tamponi è stata introdotta otto giorni dopo rispetto agli scali romani. “Superata quell’ora (le 18.30) – si legge ad esempio sul sito di Malpensa – occorrerà dichiararsi alla propria Ats entro 48 ore dallo sbarco secondo le modalità indicate sui relativi siti istituzionali”. A Milano Malpensa, inoltre, le autorità chiariscono che non viene effettuato il test rapido come a Fiumicino: “L’esito dell’esame verrà trasmesso all’indirizzo mail personale indicato sul format, non appena disponibile (24/48 ore)”.

Per chi arriva al porto di Civitavecchia, infine, è stata attivata una convenzione tra Asl Roma 4 e Ares 118 per intensificare l’attività dei tamponi. Sono al momento presenti 6 postazioni drive in, a cui si può accedere senza prescrizione medica.

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