Caos Sardegna, gli hotel rischiano la chiusura anticipata

Caos Sardegna, gli hotel rischiano la chiusura anticipata
28 Agosto 12:28 2020 Stampa questo articolo

Sardegna di nuovo in crisi dal punto di vista del turismo. Dopo una ripresa graduale e un margine di prenotazioni su settembre che prometteva buoni risultati, la situazione da alcuni giorni sta precipitando. Gli hotel sardi provano a resistere, ma rispetto allo scorso anno a settembre rischiano di lavorare con una percentuale in meno di turisti del 70-80% e Federalberghi Sardegna ha lanciato l’allarme.

«Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che nell’isola si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicura – ha spiegato il presidente Paolo Manca all’Ansa – Ma se non si raggiunge almeno il 35% molti alberghi saranno costretti a chiudere prima del tempo sull’onda di quello che sta succedendo alle discoteche».

L’enfasi data agli ultimi eventi si sta diffondendo sulla stampa estera e questo rende ancor più difficile fare previsioni. «Questo è stato l’anno del last minute – ha aggiunto Manca – La gente chiama tre quattro giorni prima dell’arrivo. È chiaro che ora il clamore mediatico sulla Sardegna si sta allargando alla stampa estera e questo rischia di bloccare le prenotazioni degli stranieri. Ma bisogna far capire che la Sardegna non è epicentro del Covid e che i numeri sono in linea con quelli normali se consideriamo che oltre i residenti ci sono anche i turisti. E se consideriamo che ci sono stati dei comportamenti irresponsabili da parte dei turisti. Non certo negli alberghi che invece hanno adottato e adottano misure che fanno stare l’ospite al sicuro. Bisogna far capire subito che c’è un prodotto sicuro e appetibile, ora più che mai. E che i turisti che vengono a settembre avranno a disposizione spazi e servizi. Rischi non ce ne sono».

Intanto la regione, attraverso il suo governatore Christian Solinas, chiede che l’intesa sui tamponi e il trattamento dei casi positivi sia vincolante per tutte le Regioni e non solo per il Lazio. «Il sistema dei controlli deve coinvolgere tutto il territorio nazionale nei luoghi dove la gente circola – spiega Christian Solinas – È inutile che facciamo i tamponi a chi viaggia sulla Olbia-Civitavecchia e poi qui arrivano da tutta Italia senza precauzione. Se qualcuno vuole fare della Sardegna un caprio espiatorio noi non lo permetteremo. La tratta Olbia-Civitavecchia non è neppure la più trafficata, c’è prima Olbia-Livorno e poi Porto Torres-Genova. Quindi non vedo perché l’accordo dovrebbe riguardare solo il collegamento con il Lazio. La Regione ha già posto al governo le sue condizioni per chiudere un’intesa: controlli sotto l’egida e a carico del governo, tampone rapido per tutti i passeggeri di navi e aerei verso l’isola e un protocollo per il rientro in sicurezza dei positivi a casa loro; in caso di quarantena in Sardegna, infine, essa dovrà essere a spese del governo».

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