Il business dei turisti musulmani tra stanze di preghiera e menù halal

17 Ottobre 12:26 2017 Stampa questo articolo

Oltre 238 miliardi di dollari nel 2019, escludendo i pellegrinaggi Hajj e Umrah. Con la partnership recentemente siglata con l’International Travel Week Abu Dhabi, che avrà luogo il 25 e il 26 novembre 2017, Itb Berlin punta con decisione verso uno dei segmenti del travel destination ad avere nei prossimi anni una delle percentuali di crescita maggiori. Con un giro d’affari da capogiro.

Se si pensa infatti che il turismo medico fa registrare anno dopo solo un più 25% (per un giro d’affari totale di 50 miliardi di dollari), quello dei viaggiatori halal è un business di ben altro spessore, soprattutto se si considera che di solito a muoversi sono interi nuclei familiari, che la spesa media di questo genere di spostamenti è in rapida ascesa e che i viaggi stessi durano un significativo numero di giorni.

Ecco allora spiegato perché sono sempre di più i tour operator che hanno deciso di puntare su questo target, organizzando itinerari e tour specifici come nel caso dei bosniaci Sofyan Hospitality, Holiday Bosnia, Jannah Hotels & Resorts. Oppure offrendo stanze di preghiera e menu dedicati come accade in alcune strutture di lusso in Germania. Ma non basta: perché lo stesso interesse verso i turisti musulmani lo stanno dimostrando anche Paesi appartenenti ad altre fedi religiose come Thailandia, Sudafrica, Nepal e Regno Unito.

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Giorgio Maggi
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