Brexit, i timori sul “no deal”: «Danni alla crescita»

21 Gennaio 12:42 2019 Stampa questo articolo

«L’attuale livello dei voli sarà protetto anche a seguito di una Brexit dura. E questa è una garanzia importante. A preoccuparci, però, è l’eventuale crescita della domanda dei consumatori, che rischierebbe di non essere soddisfatta». Sono queste le parole di Alexandre de Juniac, ceo e direttore generale di Iata, a seguito dell’ultima decisione assunta dal Parlamento inglese, che ha bocciato l’accordo su Brexit che il premier Theresa May aveva raggiunto con i leader europei.

Così, con il 29 marzo sempre più vicino, lo scenario del no deal sembra prendere decisamente forma, e le negoziazioni fatte fino ad ora fra Bruxelles e Londra rischierebbero di andare in frantumi, rimandando il tutto ad accordi bilaterali, anche per quanto concerne le relazioni relative ai trasporti.

“Una Brexit senza accordo – si legge nello statement di Iata – potrebbe portare a un tetto massimo di rotte che a quel punto ostacolerebbe importanti opportunità economiche e potrebbe portare a prezzi più alti per i viaggiatori. L’orientamento proposto dalla Commissione europea in caso di no deal, infatti, richiede il mantenimento dell’attuale livello di voli tra il Regno Unito e l’Ue, ma non consente un aumento del numero di collegamenti nel 2019 rispetto al 2018”.

A questo punto, de Juniac lancia un messaggio preciso: «A due mesi dall’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, le compagnie aeree non sono ancora a conoscenza del tipo di Brexit che dovranno affrontare. Ora è fondamentale che Uk e Ue diano priorità alla ricerca di una soluzione che porti delle certezze ai vettori, in modo tale da poter pianificare una crescita che porti soddisfazione della domanda dei viaggiatori. Che si tratti di un turismo leisure o business».

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