Booking torna nel mirino dell’Antitrust

27 Dicembre 11:33 2018 Stampa questo articolo

C’è il ritorno di Booking sul banco degli imputati dell’Antitrust. Nell’ultimo bollettino settimanale (il 48/2018) pubblicato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, infatti, viene comunicato che la piattaforma online ha ricevuto un avviso di procedimento istruttorio per pratiche commerciali scorrette, volto ad accertare l’eventuale violazione degli articoli 21, 22, 23 (lett. g), 24 e 25 del Codice del Consumo.

“Secondo informazioni acquisite d’ufficio ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo e le segnalazioni di numerosi consumatori giunte a partire da febbraio 2017 – si legge nei documenti redatti dall’Antitrust – Booking, nell’ambito dell’attività di offerta di alloggi sulla propria piattaforma di prenotazione, avrebbe fornito informazioni incomplete e fuorvianti”.

LE PRATICHE COMMERCIALI. Il tutto, in merito: al prezzo delle strutture ricettive, indicando una tariffa non comprensiva di tutte le voci di costo inevitabili prima della partenza e non riflettendo, di conseguenza, l’effettiva convenienza relativa alle opzioni di alloggio mostrate; e ancora, ai criteri di ordinamento dei risultati di ricerca (non spiegati chiaramente), con particolare riferimento al peso che le commissioni pagate a Booking dalle strutture ricettive hanno sul posizionamento delle stesse nella cronologia di default dei risultati di ricerca e negli altri ordinamenti selezionabili dal consumatore; alla presentazione come “sconti” delle differenze usualmente esistenti nei prezzi praticati dalla struttura ricettiva in diversi periodi dell’anno; all’effettiva scarsità di alloggi in una certa località per certe date; e alla procedura di pre-autorizzazione delle carte di credito date in garanzia per le prenotazioni senza pagamento immediato, soprattutto riguardo al fatto che la carta di credito comporta un costo implicito legato all’indisponibilità di parte del plafond della card per un periodo non specificato, oltre che il rischio che la prenotazione decada se questa non è valida o ha fondi insufficienti.

OVERBOOKING E RECLAMI. “Inoltre – chiude l’Autorità – i professionisti appartenenti al Gruppo Booking avrebbero ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori in presenza di overbooking e di reclami riguardanti la mancata corrispondenza tra le caratteristiche della struttura ricettiva e i servizi pubblicizzati, da un lato, e le effettive condizioni e servizi riscontrati al momento del soggiorno, dall’altro lato”.

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