Bologna candida i suoi portici come patrimonio mondiale Unesco

25 Settembre 11:59 2019 Stampa questo articolo

Tre anni di lavoro, un documento composto da 400 pagine divise in 9 capitoli e 62 chilometri di portici mappati. È il frutto del lavoro del gruppo messo in piedi dal sindaco Virginio Merola, con la collaborazione dell’Istituzione Musei e Biblioteche del Comune, dell’Università degli Studi di Bologna e il sostegno economico della Fondazione Carisbo, che potrebbe portare i portici di Bologna a entrare nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

L’obiettivo è quello di valorizzare un bene architettonico unico al mondo che affonda le sue radici nel Medioevo. I portici bolognesi sono stati istituzionalizzati nel 1288 con uno Statuto del Comune che stabiliva che tutte le case costruite ex novo dovevano essere realizzate con un portico di muratura antistante, e che quelle costruite in precedenza che ne fossero sprovviste dovevano dotarsene. I portici si trovano davanti a case, palazzi, chiese e hanno larghezze e altezze diverse: il più largo è il quadriportico della basilica di Santa Maria dei Servi in strada Maggiore, mentre il più stretto è situato in via Senzanome ed è largo appena 95 centimetri; il più alto è il duecentesco portico del Palazzo Arcivescovile, alto quasi dieci metri.

Il dossier preliminare formulato, arriverà il prossimo 30 settembre sul tavolo dell’organizzazione internazionale ed, entro la fine del 2019, l’Unesco valuterà il plico su cui verrà presa una decisione non prima del 2021. La mappatura dei portici è stata resa possibile anche grazie al contributo dei tanti cittadini che, attraverso le loro segnalazioni e le loro fotografie, hanno collaborato per censire anche tratti meno conosciuti ma rispondenti alle caratteristiche individuate per la candidatura (quelli destinati alla pubblica fruizione, non quelli costruiti solo per l’accesso agli edifici).

Il lavoro però è ancora lungo, soprattutto perché bisognerà studiare un modo per la conservazione dei portici, in ottemperanza a quanto richiesto dall’Unesco per tutelare in modo efficace il valore universale del bene. Il progetto non coprirà solo i portici, ma anche la cosiddetta buffer zone, ovvero la zona di rispetto che circonda il bene protetto dall’Unesco. Inoltre, dal 23 al 27 settembre tutti i cittadini potranno inviare i loro suggerimenti per il piano di gestione grazie a una mail da inviare all’indirizzo [email protected].

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