Big data e turismo sostenibile: decolla il progetto Slides

01 Giugno 07:54 2022 Stampa questo articolo

Con la ripresa post pandemia, oggi più che mai un turismo all’insegna della sostenibilità e della valorizzazione del territorio è uno dei temi centrali non solo per le città ad alta intensità turistica, ma anche per quelle che si sono affacciate di recente sul mercato del travel e vogliono svilupparlo in modo adeguato.

Una possibile soluzione arriva dal progetto S.li.des., ovvero Smart strategies for sustainable tourism in lively destinations, avviato nel 2019 e che giovedì 26 maggio ha presentato il frutto di tre anni e mezzo di ricerca insieme ai partner coinvolti, durante la conferenza conclusiva del progetto.

Un evento organizzato dal Comune di Venezia, in collaborazione con il Ciset, il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari ed Ecipa scarl: il progetto è stato finanziato con i fondi comunitari del programma Interreg Italia-Croazia 2014-2020 e coordinato dal dipartimento di management dell’ateneo veneziano.

Protagoniste di S.li.des le città di Venezia, Ferrara, Bari, Dubrovnik e Šibenik, in cui sono state realizzate cinque azioni pilota, a partire dalle informazioni fornite da un sistema di data analytics multidimensionale. Il sistema include un database centrale che raccoglie una consistente quantità di dati ottenuti da varie fonti oltre che utilizzando sensori wifi e videocamere. I decision maker locali accedono ai dati elaborati attraverso una dashboard, che li aiuta a valutare le performance turistiche e non turistiche della propria città, l’andamento e la mobilità dei flussi di visitatori presenti nell’area.

Grazie ai big data messi a disposizione dal progetto e al coinvolgimento di istituzioni, operatori e altri stakeholder, le città partner hanno tradotto i bisogni del loro territorio sviluppando strategie smart con un triplice obiettivo: stimolare nuove pratiche turistiche e, al contempo, migliorare l’esperienza di visita di turisti e residenti che vivono la città; gestire i flussi turistici in modo più consapevole e sostenibile; contribuire a valorizzare risorse culturali meno note, ma che caratterizzano l’identità dei luoghi, come le attività artigianali.

A Bari i dati sono stati utilizzati per progettare quattro serate dedicate alla scoperta e alla valorizzazione del centro storico della città, grazie a una sessantina di attività, eventi ed esibizioni tra cui degustazioni e visite guidate alle botteghe artigiane. Ferrara ha promosso due educational tour per giornalisti, blogger e operatori alla scoperta di nuovi itinerari nella città e nel suo entroterra, e quattro “Lezioni di Territorio” dedicate ai tour operator, per aiutarli a promuovere meglio il territorio presso i turisti.

Sibenik ha utilizzato i dati per decidere le date e organizzare gli “Šibenik Heritage Day”, un evento settimanale dedicato alla promozione della cultura e dell’artigianato locali, attraverso una serie di attività ed eventi, mentre a Dubrovnik è stato realizzato un festival dell’artigianato al di fuori del centro storico, per decongestionare l’area e far riscoprire gli antichi mestieri, e tramite il sistema WiFi sono stati monitorati i flussi di visitatori.

A Venezia, infine, grazie a più di 500 attività artigianali inserite nel datahub, sono state selezionate una serie di botteghe e progettati i “Percorsi dell’artigianato e della creatività veneziani”: dieci itinerari turistici nascosti che invitano i visitatori nel labirinto di calli e canali alla scoperta di angoli, scorci e botteghe meno noti della città.

«L’approccio seguito e gli strumenti sviluppati durante il progetto devono essere considerati come sperimentali, dei prototipi suscettibili di miglioramenti, ma comunque in grado di indicare una strada. Lo stesso dicasi per le azioni pilota, che hanno contribuito a testare il sistema. A partire dai risultati ottenuti, il successo futuro si misurerà sulla capacità delle città di lavorare per consolidare le opportunità colte e per superare le difficoltà incontrate, lavorando sulla consapevolezza soprattutto per quanto riguarda la raccolta, condivisione e governance dei dati», sottolinea Valeria Minghetti, responsabile scientifico del progetto per conto di Ciset.

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