Assoviaggi, Rebecchi: «Vendite azzerate, sarà il peggior Natale di sempre»

06 Novembre 12:59 2020 Stampa questo articolo

Lockdown equivale a tourism-down e, anche se in versione light, questo nuovo fermo fa archiviare definitivamente l’operatività delle agenzie di viaggi, soprattutto delle zone rosse anche per il Natale. Lo dice senza mezzi termini Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, che tra l’altro ha i suoi uffici in zona rossa, raccontando di un incontro alla Regione Lombardia per discutere dei Ristori Bis.

«La situazione che si è venuta a creare i non lascia spazio a dubbi: l’ultimo dpcm inibisce la mobilità dei cittadini e questo compromette tutto il lavoro di pianificazione che le adv stavano approntando per l’ultimo periodo dell’anno, cercando di salvare il salvabile. Stiamo monitorando i divieti su Viaggiaresicuri.it della Farnesina e, di fatto, le adv si stanno organizzando ormai per il 2021. Molti nostri associati, anche sui loro siti e nelle comunicazioni che continuano a inviare ai loro clienti, stanno orientando la loro programmazione con una ripresa dell’attività dei viaggi prevista non prima della prossima primavera».

«È evidente – osserva Rebecchi – che le aspettative per il Natale scompaiono quasi del tutto e, con l’azzeramento delle vendite, sarà il Natale più magro di sempre per tutto il turismo organizzato. Spiragli, purtroppo, non se ne vedranno finché non sarà ripristinata la sicurezza sanitaria almeno nel nostro Paese. E questo perché l’ultimo anelito di turismo che avevamo, ovvero quello interno, che comunque avrebbe potuto portare ossigeno al nostro comparto, di fatto non ci sarà. Le agenzie non hanno più nulla da vendere, dalle nostre montagne alle città d’arte».

«Con il blocco della mobilità – conclude il presidente di Assoviaggi – non possiamo vendere servizi, né tantomeno effettuare delle prenotazioni, anche se qualche adv ci ha segnalato che ha ricevuto il “miracolo” di sparute prenotazioni per l’estate 2021, che è il segnale di una grande, forte voglia di viaggiare. Questo vuol dire – e almeno questo dà speranza – che, non appena ci saranno i presupposti e uno spiraglio di normalità, gli italiani vorranno riappropriarsi della loro voglia di fare vacanze sia all’estero che in Italia».

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Andrea Lovelock
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