Assoviaggi contro il dl Rilancio: «I soliti regali ad Alitalia»

21 Maggio 09:09 2020 Stampa questo articolo

«Così non va», l’attenta lettura del decreto Rilancio lascia l’amaro in bocca a Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi. «Nel decreto c’è l’ennesimo regalo, 3 miliardi di euro ad Alitalia e appena 25 milioni di euro alle agenzie di viaggi e tour operator. A voler fare un mero calcolo sui rispettivi valori economici, la compagnia aerea nel 2018 aveva chiuso faticosamente con un fatturato di 3 miliardi di euro e 11mila dipendenti; la filiera del turismo organizzato lo scorso anno ha fatturato oltre 20 miliardi di euro l’anno, conta circa 10mila imprese e 80mila dipendenti. Una sperequazione ancor più inaccettabile se si considera che Alitalia è da anni commissariata e beneficia della cassa integrazione da tempo immemore e non ha restituito il prestito ponte di 900 milioni di euro».

Rebecchi anticipa che a breve ci sarà un incontro con tutte le altre associazioni di categoria per condividere alcuni emendamenti per alzare i fondi a sostegno della filiera turistica: «Il fondo per le imprese turistiche è iniquo e avrebbero dovuto aggiungere uno zero, portando la dotazione ad almeno 250 milioni di euro. Negli emendamenti noi di Assoviaggi vogliamo chiedere un fondo congruo, ammortizzatori sociali fino ad ottobre e non a giugno, perché fra un mese non ripartirà quasi nulla e crediti d’imposta per un periodo più lungo, almeno fino al prossimo autunno, perché gli affitti dei prossimi mesi peseranno sulla casse delle adv che sono vuote».

Ma la circostanza che brucia di più è l’incomprensione del governo riguardo alle dinamiche del settore: «Non si rendono conto che da marzo ad oggi abbiamo subìto una pioggia di cancellazioni e quindi perdita di clientela che non potremo certo recuperare in poche settimane. La stagione estiva è compromessa e il ritorno alla normalità è previsto nel 2022. Come possiamo, poi, essere equiparati a gelaterie o altri esercizi che nella ripartenza possono contare su vendite immediate?», si chiede Rebecchi.

L’impianto del decreto, secondo il presidente di Assoviaggi, utilizza in realtà  strumenti ordinari in una situazione straordinaria e non analizza nello specifico le necessità del settore:  «Può bastare un esempio: l’indennizzo per imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro, è previsto sotto forma di ristoro in una percentuale calcolata sul fatturato del mese di aprile del 2020 raffrontato allo stesso mese del 2019. In base alla dimensione dell’azienda vengono riconosciute percentuali a scaglioni tra il 10 e il 30%. Ebbene questa misura non può essere compatibile con la filiera del turismo, che non si misura sullo scontrino emesso quotidianamente come una gelateria, dal momento che la distribuzione turistica vive di programmazione, con le prenotazioni spesso anticipate. Questo approccio al turismo è sbagliato perché ci sono dinamiche diverse rispetto ad altri esercizi e imprese. Ma evidentemente al Mibact e a Palazzo Chigi non l’hanno capito».

Assoviaggi, infine, sfrutterà l’iter parlamentare e i 60 giorni necessari a trasformarlo in legge, per cercare di correggere il tiro suggerendo emendamenti mirati e auspicandone la condivisione con le altre sigle, ispirati al principio base di una modifica dei criteri di valutazione del comparto, creando così una specificità per il settore, «che non eguali rispetto ad altri comparti», ripete Rebecchi.

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Andrea Lovelock
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