Assicurazioni ai tempi del Covid:
come cambia la polizza di viaggio

15 Aprile 07:00 2020 Stampa questo articolo

Continuità del servizio e sguardo dritto al futuro per il mercato delle assicurazioni di viaggio, oggi alle prese con una miriade di cancellazioni e riprotezioni ma con la giusta consapevolezza di doversi reinventare in fretta per il post Covid-19. Una fase «che vedrà un viaggiatore diverso, con una percezione del rischio più elevata e consapevole dell’importanza di dover partire assicurato», dichiara Daniela Panetta, direttore commerciale di Ergo.

Compagnie di assicurazioni e intermediari lavorano a pieno ritmo, anche a supporto di agenzie di viaggi e tour operator, che si trovano alle prese con un’operatività diversa, fatta di viaggi cancellati e di rimborsi. «Stiamo pagando i sinistri e parliamo di un volume pari a tre volte quello che normalmente avevamo in questo periodo – spiega Panetta – La gestione è molto pesante e, dove possibile, mandiamo anche i controlli medici. Tra le pratiche più difficili ci sono quelle di chi è all’estero e non riesce a tornare in Italia: se si riscontra una polizza scaduta o in prossimità di scadenza dobbiamo capire come prorogarla o farne un’altra, dato che questo è un processo che solitamente non è possibile fare».

Inoltre, ci si dovrà far trovare sull’attenti quando la gente tornerà a viaggiare, «quando le persone torneranno a bussare alla porta delle agenzie – spiega il direttore commerciale di Ergo – Il cliente sarà diverso, avrà bisogni e sicurezze differenti, e lo troveremo scottato da questa crisi. La polizza dovrà essere trasparente e il viaggiatore ne vorrà sapere i contenuti nel dettaglio, approfondendola. E ancora, gli agenti non la tratteranno più come un’opzione ma la includeranno nei loro pacchetti. Sì, vedo questo, una modalità più inclusiva».

Un altro tema sul tavolo è quello lanciato da Fiavet, relativo alla Responsabilità Civile. «Abbiamo inviato una circolare – spiega Federico Lucarelli, consulente legale dell’associazione guidata da Ivana Jelinic, contenente uno schema di comunicazione che le adv possono utilizzare per richiedere per le prossime scadenze (la maggior parte di queste sarà il 31 dicembre, ndr) la riduzione del premio in relazione al diminuire del rischio. Si tratta della Rc, parametrata con i volumi generati da operatori e adv: essendoci stato un vistoso abbattimento di questi, è chiaro che il rischio è da considerarsi notevolmente ridimensionato».

Un esempio? «Se sono un tour operator che ha stipulato la polizza al 1° gennaio di quest’anno è chiaro che l’ho fatta sulla base del fatturato del 2019 e quindi presunto – chiarisce Lucarelli – Quasi tutti usano questi parametri conformi: dal momento che siamo di fronte a un periodo straordinario con una palese e consistente riduzione di viaggi non ci sono danni potenziali. Direi che l’abbattimento, calcolando 2/12 (mesi), sia giusto, e tra l’altro siamo a ridosso di una peak season ancora tutta da decifrare. La stessa filosofia è stata fatta per quanto riguarda i rimborsi delle polizze da banco: perché se ho acquistato una polizza annullamento non ci sono problemi di contestazioni, e quindi c’è solo un rateo che il viaggiatore ha diritto di farsi rimborsare. Mentre per le polizze mediche e bagagli legate a viaggi che erano da effettuare nel periodo di lockdown è chiaro che l’abbattimento è più che legittimo».

Perplesso sulla posizione di Fiavet è, invece, Christian Garrone, amministratore delegato di I4T: «Premetto che noi non siamo una compagnia di assicurazione, ma certe richieste a mio avviso possono confondere. Infatti, se è giusto il richiamo al fatto che in presenza di una palese diminuzione del rischio l’assicuratore deve rimettere una parte del premio, è altrettanto legittimo che ci sia una verifica delle dinamiche e delle modalità legate a questo meccanismo».

Nell’esempio pratico dei fondi garanzia obbligatori per le imprese, afferma Garrone, «nel caso di diminuzione del fatturato una polizza fallimento non può certo diminuire, perché si accrescono le probabilità di un default. E poi moltissime agenzie di viaggi italiane sono già a premio minimo, questo vuol dire che un gran numero di imprese pagano 600 euro indipendentemente dalla vendita di 10, 100 o 1000 pratiche. Dubito che, se dovessero arrivare richieste formulate con lo schema Fiavet, le compagnie possano restituire i premi-minimi».

«Noi abbiamo un portafoglio di circa 2mila agenzie, di cui il 90% è già in regime di premio minimo con regolazione a fine anno. Si tratta di una soglia davvero esigua. È difficile pensare a una rivisitazione». Guardando ai prossimi mesi, infine, Garrone commenta così: «Stiamo vivendo tutti un periodo complicato da gestire, ma le maggiori preoccupazioni riguardano domani. Tutti si chiedono quante imprese di viaggi resteranno in piedi e quale sarà il mercato delle vacanze da gestire nel prossimo semestre, in un contesto dove ci sarà una inevitabile convivenza con rigide regole igienico-sanitarie».

Andrea Lovelock – Giulia Di Camillo

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