Assaeroporti, appello al governo per rientrare nel Recovery

24 Marzo 12:04 2021 Stampa questo articolo

Il sistema aeroportuale nazionale chiede al governo di poter rientrare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), mettendo in evidenza il contributo che il settore potrebbe dare al raggiungimento degli obiettivi, rispondendo a temi chiave come la tutela dell’ambiente, la digitalizzazione, lo sviluppo di forme di mobilità sostenibili e intermodali. «È un’opportunità per l’economia e per creare nuovi posti di lavoro – dice il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona – Il rilancio del Paese non può prescindere da un sistema infrastrutturale moderno, integrato, sostenibile e interconnesso”

Il comparto si dichiara infatti in grado di implementare un programma strutturato di investimenti che si collocano a pieno titolo all’interno del più ampio disegno di rilancio e di transizione del Paese verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

Assaeroporti ha raccolto e classificato i progetti sviluppati dagli aeroporti, che prevedono investimenti quantificabili in oltre 3 miliardi di euro, con un valore aggiunto generato stimato in quasi 1 miliardo di euro.

Gli aeroporti sono da anni impegnati per l’attuazione di progetti che mirano alla sostenibilità del comparto, in linea con gli obiettivi della Commissione europea su transizione energetica e decarbonizzazione. L’associazione sottolinea che “tali progetti richiedono al settore del trasporto aereo un enorme impegno, estremamente gravoso in un momento in cui i flussi di cassa dalla gestione operativa sono ai minimi storici”.

L’emergenza sanitaria ha dato inoltre una forte spinta alle progettualità mirate ad efficientare e rendere più sicuri i processi operativi attraverso tecnologie innovative e soluzioni digitali. Cambiamenti che richiedono ingenti investimenti da parte dei gestori aeroportuali, soprattutto in tecnologie innovative proprie del concetto di Smart Airport.

«Ogni investimento sulle infrastrutture aeroportuali è un intervento che contribuisce a migliorare e ad accrescere la dotazione infrastrutturale dello Stato – sottolinea il presidente di Assaeroporti – I concessionari aeroportuali sono chiamati a garantire i massimi livelli di sicurezza ed elevati standard di qualità dei servizi, nonché a sviluppare e manutenere infrastrutture, come soggetti attuatori di importanti investimenti su asset reversibili allo Stato. Il comparto è tra i più colpiti dalla pandemia e si prevedono tempi lunghi di recupero. Eppure, al nostro settore, più di altri, è richiesta una profonda e rapida transizione Green e Digital: questo perché, nonostante la crisi, è essenziale per garantire la connettività di interi territori, per la mobilità delle persone e per lo scambio delle merci».

Se i progetti aeroportuali non dovessero rientrare nel Pnrr, Assaeroporti ribadisce il forte rischio di compromettere la competitività del Paese, con la perdita della “funzione di trampolino, in termini economici e occupazionali” del sistema aeroportuale. L’associazione stima che gli occupati direttamente sostenuti dalla realizzazione degli investimenti sarebbero pari a oltre 22mila addetti in più nel periodo 2022-2026. Obiettivo impossibile da raggiungere senza i fondi del Recovery Plan.

«Il pesante impatto della crisi sul nostro sistema aeroportuale mette a repentaglio una serie di investimenti, tra cui interventi che servono a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità delineati dalla Commissione europea – aggiunge Palenzona – Anche a livello comunitario è forte l’attività tesa a supportare l’inserimento degli investimenti aeroportuali in sostenibilità e digitalizzazione all’interno del Recovery and Resilience Facility. Sarebbe un grave errore perdere questa opportunità non solo perché gli aeroporti sono in grado di attuare in tempi certi e rapidi imponenti piani di investimento, ma anche perché i numerosi progetti individuati offrono opportunità di crescita e sviluppo per il Paese e di rilancio per la nostra economia».

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