Arkus rassicura le agenzie: «Best Tours è solida»

08 Maggio 13:00 2018 Stampa questo articolo

Arkus Network difende il suo operato nel processo di ristrutturazione del tour operator Best Tours, affidando a una nota stampa, la replica sui licenziamenti che sarebbero in via di definizione.

“Best Tours rimane coerente e sinergica con gli altri investimenti effettuati da Arkus Network per creare una filiera di qualità nel mondo del turismo. Ci sentiamo pertanto di rassicurare le agenzie di viaggi, clienti, fornitori e network sulla solidità patrimoniale e sulla capacità di continuare a garantire la fornitura di tutti i servizi utilizzati per soddisfare le esigenze dei clienti”.

Arkus Network, società di partecipazioni ed investimenti con sede in Roma, ha rilevato lo scorso 9 settembre dal Gruppo Alessandro Rosso l’intera partecipazione di capitale in Best Tours Italia, “contestualmente ripianandone il debito di 8,8 milioni di euro in parte riconducibile alle perdite provocate da Expo 2015”, sottolinea la nota.

Nei giorni scorsi, i sindacati avevano lanciato l’allarme dopo i primi incontri con la proprietà. Luca De Zolt di Filcams Cgil, aveva annunciato infatti che da metà aprile Arkus avrebbe avviato la procedura di licenziamento per oltre una ventina di dipendenti.

“Nel quadro generale di riposizionamento di Best Tours, Arkus Network ha dato corso a un processo di turn around per raggiungere l’equilibrio economico nel medio periodo, conservare i valori aziendali e del marchio di impresa, e mantenere i livelli occupazionali, per quanto compatibili con il piano industriale che, per rispetto procedurale legato al procedimento avviato ex Legge 233/91, non potrà essere condiviso prima della fine delle consultazioni sindacali, prevista per il 10 maggio 2018”.

«L’idea sarebbe quella di puntare su una struttura più snella, ma i dettagli del piano non sono noti – aveva segnalato De Zolt nei giorni scorsi – Al momento, sembrerebbe che l’azienda non abbia liquidità, da due mesi non vengono pagati gli stipendi». Arkus smentisce, di conseguenza, la possibile insolvenza, ma non chiarisce il piano industriale né l’entità delle procedure di licenziamento.

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