Arabia Saudita e Singapore: maxi investimenti per la ripresa

by Giorgio Maggi | 4 Giugno 2020 7:00

Da Singapore all’Arabia Saudita, le ricette per la ripresa del turismo che arrivano dalla platea di Atm Virtual, la piattaforma online che ha sostituito l’edizione 2020 dell’Arabian Travel Market, sono uguali a ogni latitudine. Dagli aiuti di Stato che il governo saudita ha già predisposto (si parla di 61 miliardi di dollari per l’intero comparto del travel) agli accordi bilaterali per favorire i flussi turistici tra un Paese e l’altro, come nel caso della città-stato asiatica.

«Siamo in trattativa con numerose nazioni di cui abbiamo fiducia. Con queste, come ad esempio nel caso della Cina, istituiremo corridoi e green lane per permettere i viaggi, un po’ sul modello di quanto già avviene con i trattati di libero scambio commerciale», ha detto nel corso di un dibattito Keith Tan, ceo di Singapore Tourism Board.

Niente corridoi o trattati bilaterali in questa fase post pandemia per l’Arabia Saudita, invece, che al contrario punta sulle partnership privato-pubblico e sugli aiuti di Stato alla travel industry. «Il settore contribuisce per il 20% al nostro Pil, per questo abbiamo messo in campo tutte le misure possibili per aiutare le imprese, dalla sospensione dell’iva a un vero e proprio piano di stimoli, soprattutto a favore delle Pmi», ha aggiunto Fahd Hamidaddin, chief of investment, strategy and tourism marketing del ministero del Turismo saudita.

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