Altalena delle agenzie
tra post Covid e guerra

Altalena delle agenzie<br> tra post Covid e guerra
15 Marzo 07:00 2022 Stampa questo articolo

E il mondo si fermò a guardare. Neanche il tempo di assaporare il post Covid, che abbiamo di nuovo dovuto sospendere il fiato. Il conflitto in Ucraina ha lasciato tutti sgomenti, premendo un’altra volta il tasto “pausa” sul turismo.  Abbiamo cercato di analizzare la ripartenza delle agenzie di viaggi, isolando il fattore guerra, pur consapevoli di quanto stia influenzando i consumi e le vite degli italiani.

Indubbia la voglia di tornare a viaggiare, condivisa da tutti, operatori e clienti. «In pandemia ci siamo orientati sul turismo di prossimità, che continuerà a essere prodotto di punta, mentre l’estero sta ripartendo con il freno a mano – commenta Luca Giannini dell’adv Felix Travel di Grosseto – A febbraio abbiamo avuto un buon business grazie ai corridoi, mentre oggi le barriere psicologiche impediscono di decidere, anche se sarebbe il momento perfetto per l’accumulo di disponibilità economica per i viaggi mai avuto prima».

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Vero, ma non per tutti. C’è chi ha dirottato il budget familiare destinato al turismo su altre spese, e chi non ha approfittato dei corridoi perché attivati quasi tutti su mete altospendenti. «Per il mio target l’unica destinazione vendibile prima era il Mar Rosso. Ora si è rifermato tutto, hanno messo in stand by anche i viaggi di nozze a lungo raggio – racconta Federico Pepe dell’agenzia Ermes World di Salerno e a Cava de’ Tirreni – Torneremo al Mare Italia anche per la prossima stagione, come nel 2020 e nel 2021, prodotto che non è mai stato economico. E ci aspettiamo qualcosa in Europa, grazie al green pass ma frenati dalla guerra: speriamo nella Pasqua».

Ma c’è anche chi confida nella grande voglia di estero, che vincerà sulla paura non appena tornerà la quiete. «La rimozione dell’obbligo di tampone ha aiutato tanto, perché il maggior cruccio era come e quando tornare in Italia se si risultava positivi all’estero – riflette Sara Donati de La Mappa dei Viaggi di Asciano (Siena) – L’outgoing sta ripartendo senza grandi rincari e le compagnie stanno rimettendo i voli: le criticità degli ultimi mesi stanno scomparendo».

Si tratta, però, di una riapertura a singhiozzo, piena di incertezze sia per ragioni geopolitiche, sia perché, proprio come una macchina che resta ferma tanti mesi e si riaccende, non si sa bene in che condizioni sia. «Il tema non è vendere il viaggio, ma il rapporto tra quello che credi di poter vendere e quello che c’è sul mercato – spiega Daniele Moretti della romana Astro Viaggi – Non so come ritroverò i servizi, le strutture, se ci saranno i numeri per far partire tutti i charter. Ho pratiche in pending e resto con il dubbio che all’ultimo non li facciano partire, per cui non le chiudo. Non potrei permettermi di emettere ancora voucher per migliaia di euro. Prevedo una corsa all’oro per Italia, Grecia e Spagna, da prenotare entro aprile perché poi finiranno i charter».

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E non va molto meglio anche a chi, per tradizione, non vende solo viaggi di puro svago, ma anche vacanze legate a grandi eventi. «L’inizio dell’anno è stato terribile – ricorda Ernesto Mazzi della storica UltraViaggi di Roma – ma dopo gennaio avevamo ricominciato a lavorare, raggiungendo il 50% del pre Covid. La doccia fredda della guerra in Europa ha ribloccato tutto, anche se non abbiamo registrato disdette, ma più che altro uno stop alle prenotazioni. Trattandosi di turismo sportivo o incentive, il nostro business è più legato agli eventi che alla voglia di fare vacanza».

Non c’è pace in ogni senso, quindi; almeno non ancora, mentre scriviamo questo articolo. Eppure la ripartenza poteva essere molto più che imperfetta, quasi perfetta, visto che tanti timori come l’aumento sconsiderato dei prezzi, la mancanza di voli e la fragilità economico non sembravano essere così fondati. Non ci resta che attendere e, ancora una volta, restare a guardare.

L'Autore

Paola Camera
Paola Camera

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