Allianz Risk Barometer: hacker peggio dei terremoti

18 Gennaio 11:35 2018 Stampa questo articolo

Gli hacker sono più pericolosi dei terremoti: è il sentiment delle aziende sui rischi che possono compromettere l’attività. Una preoccupazione rilevata dall’Allianz Risk Barometer 2018 che ha stilato una sorta di rating dei maggiori pericoli che mettono a repentaglio i bilanci e le stesse attività di imprese, comprese quelle che operano nel turismo, solitamente molto sensibili alle catastrofi naturali. Realizzato da Allianz Group, il barometer pone al 1° posto dei rischi l’interruzione dell’attività (42%) seguita dai rischi informatici (40%) e solo al terzo posto le catastrofi naturali (30% delle risposte delle aziende interpellate), mentre al quarto posto figurano gli sviluppi imprevedibili del mercato e, a sorpresa, le instabilità meteorologiche (al decimo posto).

«Per la prima volta, l’interruzione di attività e il cyber risk hanno la stessa importanza e questi rischi sono sempre più interconnessi – ha commentato Chris Fischer Hirs, ceo di Allianz Group – che si tratti di attacchi come WannaCry, o più frequentemente di guasti di sistema, gli incidenti informatici sono oggi una delle principali cause di interruzione di attività per le aziende collegate in rete, i cui principali asset sono spesso i dati, le piattaforme di servizio o i loro gruppi di clienti e fornitori. Tuttavia, i gravi disastri naturali dello scorso anno ci ricordano che l’impatto dei pericoli dell’ambiente o del clima non dovrebbe essere sottovalutato. I risk manager dovranno affrontare in futuro un ambiente estremamente complesso e imprevedibile, caratterizzato sia dai rischi aziendali tradizionali che dalle nuove sfide tecnologiche».

In Italia, poi, l’indagine di Allianz Group riporta anche una peculiarità diversa rispetto ad altri Paesi europei ed è legata al cosiddetto danno reputazionale o d’immagine, che nel nostro paese occupa la 4ª posizione, vissuto come una pericolosa variabile per la crescita dell’azienda.

«Sottovalutato per molto tempo – ha sottolinea Nicola Mancino, ceo di Allianz Group Italia – anche il danno reputazionale è una minaccia in aumento e viene fortemente avvertito dalle imprese».

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