Alitalia, un futuro da compagnia regional

Alitalia, un futuro da compagnia regional
05 Maggio 11:16 2020 Stampa questo articolo

Sempre più piccola, praticamente regionale. È questa la fisionomia della new Alitalia, ridimensionata nella flotta e negli operativi voli, quasi integralmente orientati al traffico domestico, ai collegamenti europei e soprattutto ai cosiddetti “voli a chiamata” – ovvero, collegamenti decisi sulla base delle priorità del Paese – con una inevitabile riduzione dell’offerta di tratte intercontinentali.

Il futuro della compagnia nazionale, dunque, sarà incentrato sul ruolo di “partner” turistico dell’incoming, con una forte propensione ad un’offerta su destinazioni turistiche sia in Italia che nel Mediterraneo e una flotta che disporrà di 92 aeromobili (12 Embraer per CityLiner e 60 Airbus, tra A319 e A320, per i collegamenti europei, oltre a 20 esemplari di lungo raggio tra A330 e Boeing 777-200ER).

Ma non è finita: stando alle indiscrezioni trapelate dall’ultima audizione alla Commissione Trasporti tenuta dal commissario Giuseppe Leogrande e dal direttore generale Giancarlo Zeni, per il prossimo semestre è prevista un’attività molto calibrata e declinata in base alle restrizioni sanitarie.

In altre parole, almeno fino a settembre, l’impiego della flotta Alitalia sarà ridotto a circa 50 aeromobili, mentre il piano industriale vero e proprio è quasi tutto concentrato sul 2021, e in particolare sull’estate del prossimo anno.

Stando a Leogrande poi, le due newco che verranno costituite saranno impiegate, una per l’affitto di servizi (personale e velivoli) e l’altra (Cityliner) per svolgere l’attività regional.

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