Alitalia, torna in pista l’integrazione con Ferrovie dello Stato

17 Marzo 11:47 2021 Stampa questo articolo

Prima il richiamo ai troppi soldi spesi per Alitalia, poi la concessione sulla possibilità di evitare la gara pubblica per il passaggio degli asset alla newco Ita. La commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, mette in pratica la tecnica del bastone e della carota con l’Italia per la risoluzione del dossier della compagnia di bandiera.

Nel frattempo, però, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha rilanciato l’integrazione tra treni e aerei in audizione alle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. «La possibile interazione tra Alitalia e Fs è una pista su cui naturalmente bisognerà lavorare anche perché in altre parti del mondo questo sta avvenendo – ha detto Giovannini – Non c’è dubbio che sia un tema su cui Ita e Ferrovie ragioneranno in futuro».

L’APERTURA DELL’UNIONE EUROPEA. Tornando al dialogo con Bruxelles, però, durante la videoconferenza avvenuto ieri con Giovannini e i ministri dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e dell’Economia, Daniele Franco, la commissaria avrebbe infatti sottolineato come la “discontinuità economica” vada verificata da un insieme di fattori, ma non necessariamente dall’imposizione di una gara pubblica.

È quanto riferisce Il Sole 24 Ore che ha ripreso la risposta di Vestager a un’interrogazione dell’eurodeputato tedesco Andreas Schwab: «Sebbene una gara d’appalto pubblica, aperta, trasparente, incondizionata e non discriminatoria sia il modo migliore per stabilire un prezzo di mercato, essa non è un presupposto assoluto», con Bruxelles che «sta analizzando le informazioni fornite dalle autorità italiane sulla newco».

La dichiarazione di Vestager rappresenta un’apertura al piano del governo italiano che prevede un passaggio diretto delle attività di volo da Alitalia in amministrazione straordinaria a Ita. «La nostra speranza è che si raggiunga un risultato positivo in un tempo relativamente breve», aveva detto in mattinata la commissaria a Rainews24, che aveva però subito sottolineato come «molti soldi sono stati dati ad Alitalia. E naturalmente noi prendiamo tutto in considerazione».

ITA E IL DECOLLO PRIMA DELL’ESTATE. Prima dell’incontro del 5 marzo tra la commissaria e ministri, l’Europa era ferma sulle posizioni della necessità di una procedura di gara pubblica per la cessione di tutti gli asset di Alitalia, ma i due videoconfronti hanno aperto una spiraglio verso alcune concessioni di Bruxelles al governo italiano. In questo modo, inoltre, l’esecutivo Draghi potrebbe garantire il decollo di Ita prima dell’estate, condizione ritenute essenziale per una ripartenza del vettore nonostante la crisi del trasporto aereo dovuto alla pandemia in corso.

Per il momento, comunque, resta consolidata l’idea che gli altri due rami d’azienda – manutenzione e servizi a terra – vengano messi in vendita con una regolare gara, mentre la newco dovrebbe partire come una mini compagnia aerea. Italia Trasporto Aereo, guidata dal ceo, Fabio Lazzerini, e dal presidente Francesco Caio avrebbe a disposizione una flotta di 43-45 aerei e 4.500 dipendenti con un piano industriale quinquennale che potrebbe condurre ad una implementazione sia del personale, almeno fino a 9mila dipendenti, sia della flotta per raggiungere i 70 aeromobili entro il 2025. I sindacati però continuano ad essere contrari all’ipotesi “spezzatino”, che dovrebbe conteggiare almeno 6mila esuberi.

Nel frattempo Il Sole 24 Ore segnala che dopo febbraio, anche gli stipendi di marzo sarebbero a rischio. I tre commissari, le new entry Daniele Santosuosso e Gabriele Fava insieme a Giuseppe Leogrande sperano ancora di incassare i contributi di almeno 50 milioni di euro per i danni causati dalla pandemia da Covid.

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