Alitalia e il paracadute di Invitalia

18 Aprile 12:50 2017 Stampa questo articolo

In attesa dell’esito del referendum tra i lavoratori Alitalia, previsto per l’inizio della prossima settimana, arriverebbe la garanzia pubblica di Invitalia per circa 200 milioni di euro: un paracadute in grado di coprire metà del contingent equity da 400 milioni di euro previsto nel Piano delle banche creditrici (Unicredit e Intesa Sanpaolo) sottoscritto in parte da Etihad (per la corrispondente quota del 49%) e dagli altri azionisti, in particolare dai due istituti bancari.

Questa operazione, secondo indiscrezioni di queste ore, entrerà in un provvedimento che dovrebbe essere inserito nella manovrina. Invitalia, controllata al 100% dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha come mission quella di salvare le aziende in crisi.

Di fatto, è stato trovato per l’ennesima volta un escamotage per evitare eventuali interventi dell’Unione europea, particolarmente dura con quei governi dei Paesi-membri che provano spesso a forzare la mano e trovare espedienti per non far apparire certe modalità come aiuti di Stato. Questa novità di Invitalia potrebbe comunque rendere più percorribile la strada del rilancio di Alitalia che, tra l’altro, prevede una impegnativa ripatrimonializzazione di 2 miliardi di euro.

Ma su tutto grava il risultato, per nulla scontato, del referendum tra i lavoratori della compagnia aerea. Se dovesse prevalere il “no” al Piano industriale, che contempla circa 1.000 esuberi e tagli agli stipendi, secondo gli osservatori sarebbe quasi inevitabile l’addio al rilancio del vettore.

Intanto, proprio in queste ore le agenzie di stampa hanno battuto una dichiarazione molto dura del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, con la quale nel dirsi molto preoccupato per l’intera vicenda, ammonisce tutti coloro che, boicottando il Piano, soffiano sul fuoco con il rischio concreto di mandare tutto in fumo.

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Andrea Lovelock
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