Alitalia, ora Toto esce allo scoperto

01 Luglio 11:00 2019 Stampa questo articolo

Adesso è ufficiale:  Toto vuole entrare nella cordata che salverà Alitalia. Con una lettere indirizzata a Il Messaggero pubblicata oggi dal quotidiano romano, per il prima volta il Gruppo abruzzese esce allo scoperto e mette nero su bianco quello che da più parti si era detto nelle ultime settimane.

Facciamo sul serio, sembrano dire nella missiva i vertici della holding, e abbiamo tutte le “credenziali” per entrare in Alitalia, e in particolare “affidabilità, esperienza imprenditoriale e risorse economiche adeguate per confrontarsi con altrettanto validi partner con professionalità, competenza e serietà”.

Nella stessa lettera, scritta dall’amministratore delegato Lino Bergonzi e dal figlio del fondatore Riccardo Toto, la società smentisce anche “alcune strane leggende” intorno al Gruppo, come quelle che riguardano “i risultati della sua trascorsa esperienza nel trasporto aereo, i presunti debiti con Anas” e la vicenda “New Livingston”. Toto sottolinea come, nel passato, sia stato “con AirOne, la prima società a fare concorrenza alla compagnia di bandiera”, e oggi sia “un Gruppo sano con oltre 500 milioni di euro di ricavi e 1.300 dipendenti, attivo nelle energie rinnovabili con profitto in Italia e soprattutto negli Stati Uniti, nelle opere pubbliche, nelle concessioni autostradali e nelle manutenzioni di impianti”.

Con l’ufficializzazione della discesa in campo di Toto, in teoria a questo punto non resta che aspettare la scadenza del 15 luglio, deadline indicata dal ministro Luigi Di Maio per ricevere da Fs il piano di salvataggio della newco. Solo in teoria, però. Visto che non più tardi di qualche giorno fa lo stesso ad delle Fs, Gianfranco Battisti, non era stato così categorico nell’indicare la metà del mese in corso come la data ultima entro cui chiudere la trattativa con i potenziali partner.

Al momento, oltre a Toto e al patron della Lazio Claudio Lotito, che ha presentato una manifestazione di interesse, nelle ultime ore si sarebbe fatto avanti dalle colonne di Bloomberg anche il magnate colombiano German Efromovich, azionista di maggioranza della compagnia di bandiera colombiana Avianca. «Abbiamo scritto una lettera alle Ferrovie dello Stato e all’advisor Mediobanca due settimane fa dicendo che siamo disponibili a comprare fino al 30% della Nuova Alitalia. Ma vogliamo partecipare alla gestione, per fare la ristrutturazione», ha detto Efromovich. «Dovrei essere l’amministratore delegato, almeno all’inizio», ha precisato. «Non sto cercando un modo di spendere 200 milioni di dollari. Alitalia è un’ottima compagnia e non capisco come possa perdere soldi», ha aggiunto, sottolineando che «in sei mesi si può risanare».

In tutta l’operazione, come si ricorderà, le Ferrovie dello Stato hanno il ruolo di regista e devono completare il consorzio, che dopo sette mesi di lavoro è ancora fermo a circa il 60%: Fs entrerebbe con il 30-35%, Delta e il Tesoro con il 15% ciascuno. Sulla sfondo, poi, rimane l’ipotesi Atlantia, anche se la società non ha fatto mai nessun passo formale per entrare nella cordata.

Per mercoledì, intanto, è atteso al Mise l’incontro tra il vicepremier Di Maio e i sindacati per discutere sul futuro della compagnia.

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

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