Alitalia, il decreto sul prestito da 400 milioni è legge

by Andrea Lovelock | 30 Gennaio 2020 10:38

Approvazione definitiva del Senato al decreto sul prestito di 400 milioni di euro ad Alitalia, peraltro già versati dal Mef nelle casse del vettore, che attualmente presenta una situazione contabile molto pesante.

Pur in assenza di bilanci, che i tre precedenti commissari non erano tenuti a stilare poiché la compagnia è in amministrazione straordinaria, i conti dal 2017 ad oggi presentano un prestito dello Stato che ormai ammonta a 1,5 miliardi di euro, poiché oltre ai 900 milioni prestati in due tranche occorre conteggiare anche gli interessi di 145 milioni non restituiti al 31 maggio dello scorso anno.

Tra l’altro, sul prestito di 400 milioni appena varato dal Parlamento gravano interessi del 10% che andranno restituiti entro sei mesi dall’erogazione del prestito stesso, e quindi non oltre il prossimo giugno: una scadenza volutamente introdotta con un emendamento infilato nel decreto all’ultimo istante, quasi a voler mandare all’attuale commissario Giuseppe Leogrande e al direttore generale Giancarlo Zeni un chiaro segnale di monito per una corretta gestione della compagnia, che in questi quattro mesi dovrà fare utili e restituire soldi.

Infatti, nel testo del decreto si legge che “il programma della procedura (del prestito, ndr) è integrato con un piano avente per oggetto iniziative e interventi di riorganizzazione e di efficientamento della struttura e delle varie attività aziendali”. Intanto, Zeni ha nominato due nuovi dirigenti: si tratta di Marco Comani (proveniente da Volotea) a dirigere l’area strategy, network e revenue management, ed Enrico Foresti, con un passato in Alitalia, Air One e Blue Panorama, quale consulente ed esperto di informatica.

Dal punto di vista operativo, questo avvio di anno per Alitalia risulta tutto in salita con una flotta destinata a diminuire già nel primo trimestre, con l’uscita di tre Airbus A321 e un presidio del mercato long haul, il più remunerativo, che verrà svolto soltanto da 24 aeromobili.

In un’audizione alla Commissione Trasporti, le sigle sindacali dei piloti avevano fatto presente che un vettore con meno aerei a disposizione difficilmente può assicurare incrementi nell’operatività, nel trasportato e nei ricavi.

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