Alitalia guarda avanti mentre Gubitosi passa a Tim

19 Novembre 11:31 2018 Stampa questo articolo

Sulla strada del salvataggio di Alitalia i colpi di scena non mancano mai. Mentre pare ormai certo che il governo M5S-Lega deciderà un’ulteriore proroga del prestito-ponte da 900 milioni di euro (con gli interessi, però, sfiora ormai il miliardo, ndr) che avrebbe dovuto essere restituito entro il prossimo 15 dicembre, l’ultima notizia riguarda la nomina di Luigi Gubitosi ad amministratore delegato di Tim.

Più di una, a questo punto, le strade che si aprono per continuare a condurre il processo di vendita della compagnia, con il dossier che ormai è passato saldamente nella mani del Mise (dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e del suo titolare Luigi Di Maio. «Anche con Gubitosi ad di Tim, l’obiettivo è quello di rilanciare Alitalia. Siamo in una fase molto positiva, sono molto ottimista», ha detto un paio di giorni fa l’esponente dei Cinque Stelle, che ha ormai ricevuto la relazione conclusiva sulle offerte arrivate lo scorso 31 ottobre.

Unica condizione, visto che la legge dice che i commissari siano tre oppure uno solo, è che che Gubitosi venga sostituito (anche se alcuni dicono che il manager potrebbe anche affiancare le due cariche). In attesa di capire quali saranno le decisioni del governo su questo vicenda – in teoria potrebbe anche essere nominata una terna nuova di zecca – in un incontro con le sigle sindacali svoltosi lo scorso venerdì, lo stesso Gubitosi insieme all’altro commissario Stefano Paleari, hanno fornito alcune indicazioni sull’andamento della compagnia.

TRE NUOVI AEROMOBILI. «Nei primi dodici giorni di novembre – si legge in una nota Uiltrasporti – i passeggeri aumentano del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e i ricavi salgono dell’11%, anche se nel complesso Alitalia continua comunque ad operare in perdita». In arrivo anche, dicono sempre i commissari, tre Airbus A321neo per sostituire tre vecchi A321, oltre possibili investimenti sul lungo raggio, con il rafforzamento della rotta verso Seul e il lancio di Nairobi.

Sullo sfondo rimane però, la posizione di Fs, al momento l’investitore indispensabile per il futuro della nuova Alitalia. Se la proroga della restituzione del prestito ponte – si parla di altre tre mesi – avrebbe proprio la finalità di per dare più tempo alle Ferrovie dello Stato per organizzare l’operazione di salvataggio attraverso il coinvolgimento di un partner industriale straniero (negli ultimi tempi, oltre a EasyJet e Delta, parrebbe tornata in pista anche Lufthansa), la questione per la società guidata da Gianfranco Battisti è come rendere profittevole il matrimonio con Alitalia.

IL PIANO DI FS. L’obiettivo, ribadito più volte, è il rilancio del trasporto regionale e il consolidamento del business dell’alta velocità. Di conseguenza, via alle sovrapposizioni sul corto raggio eliminando i costi legati al leasing di alcune tipologie di aeromobili, e sviluppo della rete veloce, a partire dai due hub intercontinentali di Roma Fiumicino e Milano Malpensa.

Sul fronte finanziario, anche se una cifra ufficiale non è mai stata comunicata, gli addetti ai lavori stimano che per risollevare l’ex-vettore di bandiera bisognerebbe mettere sul piatto circa 2 miliardi di euro (compresi i 900 milioni di euro di prestito statale più gli interessi). Al momento però, per Fs l’impegno di cui si parla non supererebbe i 150 milioni di euro.

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Giorgio Maggi
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