Alberghi, patrimonio immobiliare italiano da oltre 100 miliardi di euro

Alberghi, patrimonio immobiliare italiano da oltre 100 miliardi di euro
15 Giugno 11:06 2020 Stampa questo articolo

Un patrimonio da oltre 100 miliardi di euro. Il dipartimento di ricerca World Capital, in collaborazione con Pkf hotelexperts e Confindustria Alberghi, ha condotto uno studio per stimare il valore delle strutture ricettive in Italia nel 2019, mappando le proprietà immobiliari alberghiere nazionali.

Dall’indagine, che al momento ha mappato 266 località italiane, è emerso che il patrimonio immobiliare alberghiero italiano supera la soglia dei 117 miliardi di euro stimati, confermando l’ampio margine di crescita e le potenzialità per il settore.

Per ciascuna regione sono state analizzate le località di interesse turistico, suddividendole in cluster: mare, montagna e città, identificando per ognuno il numero di strutture, di camere e il costo immobiliare a camera.

Spicca la Lombardia, che si impone per ciascuna delle categorie alberghiere con un patrimonio complessivo, rispettivamente, di 8,2 miliardi di euro per i 3 stelle, 19,3 miliardi di euro per i 4 stelle e 5,7 miliardi di euro per i 5 stelle. Un totale che supera i 33 miliardi di euro.

Analizzando i diversi cluster, il patrimonio immobiliare alberghiero del segmento città in Italia ha un valore stimato di circa 36,8 miliardi. Emergono le Big 4: Milano, Roma, Venezia e Firenze, che detengono quasi il 78% del totale delle mete turistiche analizzate; solo Roma vanta un patrimonio di oltre 12 miliardi di euro.

Per il cluster mare, invece, il valore stimato è circa 18,7 miliardi. Considerando la classifica delle regioni in termini di patrimonio immobiliare alberghiero, a emergere è l’Emilia Romagna, che rappresenta circa il 23% del totale, in prima posizione nella top ten per le strutture 3 stelle. Mentre per i 4 e 5 stelle per le sole località di mare, la Campania primeggia con quasi 2 miliardi di euro di valore.

Infine, il cluster montagna, con un valore stimato di circa 3,7 miliardi. In questo segmento è il Trentino Alto Adige a contribuire in misura maggiore, con circa il 55% del totale misurato. A seguire il Veneto, e a Cortina d’Ampezzo, troviamo una ricettività media per i quattro stelle di sole 49 stanze.

«L’obiettivo del rapporto è di fornire una fotografia chiara della ricchezza che ogni area offre, anche dal punto di vista immobiliare alberghiero. In un mercato spesso accusato di poca trasparenza, l’offerta esistente delinea le sue caratteristiche più intrinseche – dichiara Andrea Faini, ceo di World Capital – L’analisi ha inoltre l’ambizione di dare un’idea del valore complessivo di un settore che va salvaguardato e di fornire un’indicazione utile sia a chi vuole sviluppare la sua attività, sia a chi vuole diversificare il proprio portafoglio di investimenti, ma anche a chi decide di proporre sul mercato la proprietà alberghiera a un prezzo coerente. Il rapporto permette di orientare le ricerche per area, di contestualizzare la struttura, di determinare se puntare su un nuovo sviluppo, piuttosto che sul riposizionamento di una struttura già esistente».

La ricerca fornisce anche strumenti di interpretazione legati a questi ultimi mesi di emergenza. «Lo studio deve far capire il peso del mercato dal punto di vista degli asset immobiliari – commenta Giorgio Bianchi, managing director di Pkf hotelexperts – E ribadire il concetto che se l’albergo è chiuso perde valore. In mancanza di aiuti adeguati al settore, il rischio è quello di ridimensionare le stime immobiliari. Non è da sottovalutare l’impatto Covid-19 su queste valutazioni, anche se dipende da mercato a mercato, da struttura a struttura. Altra riflessione che emerge dall’analisi è che l’impatto negativo dell’emergenza è più marcato per le strutture indipendenti rispetto a quelle di catena, dove l’appartenenza a un brand riesce in parte a salvaguardare le performance. Meno forti, poi, i segnali di cedimento per i resort e gli stayhotel che vantano una componente residenziale di appartamenti».

La ricerca fotografa per la prima volta il «valore immobiliare del settore alberghiero facendo emergere la rilevanza complessiva di questo patrimonio – sottolinea Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi – Si tratta però di una fotografia che non tiene conto dei possibili cambiamenti in atto sul mercato nei prossimi mesi qualora venisse a mancare, da parte del governo, un intervento forte, mirato e necessario per salvare l’economia del settore. Questa analisi sarà uno strumento utile per monitorare l’andamento del settore e verificare la presenza di iniziative speculative anche a opera della criminalità organizzata, alimentate dalla difficoltà economica temporanea degli operatori».

L'Autore