Alberghi nel post coronavirus: più igiene e comandi vocali

Alberghi nel post coronavirus: più igiene e comandi vocali
02 Aprile 10:16 2020 Stampa questo articolo

Nell’appuntamento con i webinar Travel Appeal di The Data Appeal Company sull’emergenza Covid-19, coordinati da Mirko Lalli, si è parlato del contributo sulle due fasi che interessano da vicino le imprese alberghiere: quella attuale sull’accesso alle misure emanate dal governo a sostegno del settore, tra cui gli ammortizzatori sociali, e la fase successiva relativa alla riapertura delle strutture ricettive e alle nuove modalità di accoglienza.

Partiamo proprio da questa. Come bisognerà accogliere gli ospiti nel post coronavirus? La risposta arriva da Mauro Santinato, ceo di Teamwork Italia. Nel periodo di riapertura delle strutture alberghiere, chiarisce, «ci sarà una maggiore attenzione sulla sicurezza igienica e bisognerà farsi trovare pronti con una serie di dettagli non scontati: ad esempio qualità nell’aria delle stanze; predisporre stazioni disinfettanti nella hall, perché i clienti se l’aspetteranno; investire sulla pulizia negli spazi comuni; riuscire a fornire nei punti di ristoro e ristoranti del materiale disinfettante; sanificazione delle camere che sarà un plus da segnalare alla clientela; e ancora offrire il servizio di room service senza supplementi perché magari alcuni clienti non vorranno scendere negli spazi comuni per la colazione».

Si dovranno anche ripensare le amenity, aggiungendo prodotti disinfettanti, rivedere gli accessi e le modalità di fruizione delle Spa, garantendo maggiore pulizia in tutti gli ambienti comuni dei centri benessere. «Si dovranno, poi, rivedere i servizi di ristorazione a buffet dalla colazione al lunch; e ancora sottolineare con segnaletiche simpatiche i consigli su come assicurare la costante pulizia delle mani per sé e per gli altri». E ancora: «Si potranno  fare investimenti anche per dotare le camere di comandi vocali per consentire agli ospiti di usare il meno possibile strumenti a contatto come il telecomando, le pulsantiere e gli interruttori della luce. In tutto questo sarebbe anche utile ricorrere a un consulente per adottare un protocollo d’igiene negli alberghi e magari renderlo noto all’ospite come garanzia di pulizia e sicurezza igienica», ha concluso Santinato.

COME ACCEDERE AI SUSSIDI. Tornando al presente, invece, la domanda che ricorre sempre più frequentemente tra gli albergatori, in questi giorni d’emergenza nazionale, è come accedere a quanto stabilito dal cura Italia per gestire la situazione d’emergenza.

Valeria Di Claudio di Confindustria Alberghi ha spiegato che «gli articoli del decreto che interessano gli albergatori sono  essenzialmente tre: «il 19 che introduce l’assegno ordinario agevolato, chiamato assegno Covid-19; il 21 che permette alle aziende che avevano in corso assegni di solidarietà di sostituirlo con l’assegno ordinario agevolato; e l’articolo 22 che introduce la cassa integrazione in deroga».

Nelle domande per l’accesso alla prestazione, caricate nel sito dell’Inps, «va dunque inserita la casuale Emergenza Covid-19, la concessione dell’assegno ordinario è di nove settimane e prevede una procedura sindacale semplificata, con una informativa ed esame congiunto entro tre giorni – prosegue Di Claudio – Riguardo ai tempi di presentazione della domanda, ci sono quattro mesi a disposizione. Nelle nove settimane non viene pagato il contributo addizionale del 4% normalmente versato dall’imprenditore. E i beneficiari dell’assegno ordinario sono i dipendenti in forza alla data del 23 febbraio, anche senza il requisito delle 90 giornate di anzianità lavorativa».

Nell’articolo 21 è previsto che le aziende che hanno in corso l’assegno di solidarietà alla data del 23 febbraio abbiano la possibilità di utilizzare l’assegno ordinario Covid-19 con le stesse modalità e sostituirlo all’assegno di solidarietà. «Altro passaggio chiave è quello della cassa integrazione che si applica a quei datori di lavoro non coperti da ammortizzatori sociali, sempre della durata massima di nove settimane, previo accordo sindacale anche in via telematica. Trattamenti da trasmettere all’Inps che effettuerà il pagamento diretto. Lo stanziamento per questo strumento è di 3,5 miliardi di euro, fino a esaurimento».

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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