Airbnb, la querelle fiscale passa alla Corte di Giustizia Ue

by Andrea Lovelock | 19 Settembre 2019 15:55

Sarà la Corte di Giustizia dell’Ue a esaminare la spinosa querelle fiscale originata dalla vertenza promossa da Airbnb, che – a più di due anni dall’entrata in vigore della norma che ha previsto l’applicazione di una tassazione agevolata al 21% sui redditi da locazioni brevi – continua a rifiutarsi di applicare la cosiddetta cedolare secca e di comunicare i dati all’Agenzia delle Entrate.

È questa la decisione presa dal Consiglio di Stato e commentata in modo lapidario dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «Confidiamo che la Corte di Giustizia metta fine a questa commedia, che vede Airbnb appigliarsi a ogni cavillo pur di non rispettare le leggi dello Stato. Siamo stanchi di assistere a questa esibizione indecorosa dei colossi del web, che realizzano nel nostro Paese utili milionari ma dimenticano di pagare quanto dovuto al fisco italiano, con un comportamento a dir poco opportunistico.

Bocca ha ricordato che «Federalberghi è intervenuta nel giudizio al fianco dell’Agenzia delle Entrate per promuovere la trasparenza del mercato, nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».

Soddisfazione per il passaggio alla Corte di Giustizia Ue è stata espressa da Airbnb che in una nota ufficiale ha evidenziato: “Abbiamo da subito inteso offrire ampia collaborazione al legislatore, manifestando i nostri dubbi sia sulla fattibilità tecnica, sia sulla discriminatorietà e la incompatibilità con il diritto europeo della “Legge Airbnb“. È evidente che l’attuale impianto non è per nulla adatto allo scopo, largamente condiviso nella società e nella politica, di ravvivare l’economia Italiana sviluppando quei pagamenti digitali e tracciati che solo una piattaforma come la nostra garantisce. Anziché  attendere passivamente l’esito del giudizio per anni, confidiamo che il rinvio possa riaccendere il dibattito e il confronto con gli operatori per una soluzione legislativa più moderna, equa ed applicabile a tutti – inclusi quelli che consentono anche pagamenti in contante  – al tema dell’ospitalità legale”.

Airbnb si dichiara “al fianco dello Stato nel contrasto ai fenomeni di abusivismo ed evasione fiscale, sulla base di una regolamentazione di settore proporzionata e capace di recepire le specificità del digitale, con le sue opportunità e complessità. A questo proposito abbiamo avanzato al ministero delle Finanze la proposta, che ora intendiamo rinnovare, di collaborare sulla condivisione dati, affinché le autorità deputate possano svolgere più efficacemente il loro lavoro. Il nostro scopo ultimo è un’espansione del turismo in Italia, soprattutto quello equo e sostenibile, su cui abbiamo in programma di coinvolgere presto le istituzioni e la community con un grande evento partecipativo, che avrà luogo il prossimo 16 novembre”.

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