Aigo, sviluppo di prodotto e innovazione chiavi della ripartenza

Aigo, sviluppo di prodotto e innovazione chiavi della ripartenza
10 Luglio 10:38 2020 Stampa questo articolo

Nuovo sondaggio di Aigo per tastare il polso degli operatori della distribuzione turistica italiana, rilevare gli eventuali cambiamenti sul breve periodo e le misure messe in atto per il rilancio da parte del settore. Migliora il quadro generale, seppur ancora segnato da profonda incertezza sul futuro a breve termine e sul ritorno ai livelli precedenti la crisi.

Sviluppo di prodotto, innovazione e flessibilità risultano essere le chiavi per la ripartenza; intanto si fa spazio tra i consumatori un atteggiamento più propositivo e meno attendista: prime ricadute positive sulla forza lavoro, anche se la situazione presenta ancora aspetti che preoccupano gli operatori. All’indagine, condotta nell’ultima settimana di giugno 2020, hanno preso parte 95 professionisti del trade italiano. Di questi, il 58% lavora in agenzia di viaggi e il 26% nel tour operating, mentre il restante 11% è impiegato in gsa o presso altri tipi di operatori.

«Abbiamo ritenuto importante, in un momento di incertezza al tempo stesso per il settore turistico, aggiornare i dati della survey dello scorso mese, per vedere come sono cambiati tra gli operatori italiani la percezione della crisi e gli strumenti applicati per affrontarla – spiega Massimo Tocchetti, presidente Aigo – Questa nuova analisi ci ha confermato l’importanza di sviluppare nuovi prodotti che corrispondano alle nuove esigenze del consumatore e la ricerca di nuovi bacini d’utenza, mostrandoci anche come i consumatori stiano abbandonando gradualmente l’approccio “wait and see” per ritornare a viaggiare, magari cambiando meta. Questo ha permesso di dare un’iniezione di fiducia al settore del turismo, con un mercato che però resta ancora troppo fragile per essere considerato in pieno rilancio».

Dopo una prima fase che ha visto le aziende concentrarsi sui programmi di formazione, ora i protagonisti del settore si rivolgono soprattutto alla creazione di nuovi prodotti e sullo sviluppo e miglioramento di quelli già esistenti, investendo al tempo stesso in tecnologia e nella revisione dei documenti interni.

La survey ha anche messo in evidenza come stia già cambiando l’approccio del consumatore italiano nei confronti delle prenotazioni già effettuate. Se è vero che prevale ancora un atteggiamento “wait and see”, è al tempo stesso impossibile non notarne un vistoso calo (-7,1%). Sono cresciuti coloro che intendono cambiare la destinazione originale, presumibilmente orientati verso quei Paesi che hanno già riaperto al turismo internazionale o che hanno adottato misure precauzionali meno stringenti. Resta significativo, anche se in leggero calo (28,3% contro 31,4% di maggio 2020) il numero di coloro che sono intenzionati a confermare quanto inizialmente prenotato.

Cresce da parte del trade la richiesta nei confronti delle destinazioni di certificati di sicurezza, dati aggiornati e di supporto nella creazione e nella pianificazione di campagne B2C che puntino a stimolare le prenotazioni.

Con la riapertura delle frontiere ci si aspetta anche un’imminente (seppur parziale) ripartenza del turismo. Questo permette agli addetti ai lavori di vivere il futuro con maggiore fiducia, con le prospettive di sostenibilità oltre 10 mesi che sono cresciute del 6%.

Si è trasformata anche la forza lavoro dei singoli operatori, con un calo dei licenziamenti (-11%) rispetto al mese precedente (favorito anche dal blocco dei licenziamenti e dalla proroga della cassa integrazione straordinaria) e un aumento dei contratti part time (+19%).

Nonostante i segnali positivi, il turismo resta un settore molto fragile, soprattutto a causa delle poche certezze sul futuro immediato. Rispetto allo scorso mese, è cresciuto il numero di coloro che vedono una ripresa dell’attività solo nel 2021, mentre nessuno più sembra credere a una ripresa importante già nel quarto trimestre del 2020.

Secondo gli intervistati la ripresa realmente efficace, passa attraverso un’espansione dei canali di comunicazione, la ricerca di nuovi bacini d’utenza, l’innovazione nell’offerta di viaggi ed esperienze in grado di soddisfare le nuove esigenze dei consumatori. Risulta in crescita la percentuale di chi ritiene molto probabile la considerazione di nuove strutture (+4%) e destinazioni (+9%). Si aggiungono la creazione di nuove partnership, una radicale modifica delle policy di cancellazione. Sarà proprio questa maggiore flessibilità (richiesta dall’85% degli intervistati) una delle maggiori priorità dei consumatori nell’era del post-Covid-19.

Per quanto riguarda la promozione, il marketing della ripresa vede ancora i social media protagonisti, con il 77% (+6%) degli intervistati che intende utilizzarli per la promozione dei propri prodotti. Crescono anche la volontà di intraprendere campagne di rilancio in collaborazione con destinazioni e partner commerciali (45%, +7%) e l’intenzione di incrementare le attività di digital marketing (43%, +8%). Stabili o addirittura in calo sono la propensione a investire in advertising tout court e nelle attività di vendita.

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