Aeroporti in crisi, il governo vuole una «profonda riforma»

Aeroporti in crisi, il governo vuole una «profonda riforma»
09 Settembre 09:35 2020 Stampa questo articolo

Allarme rosso per gli aeroporti italiani, tanto da dover intervenire con una profonda riforma dell’intero comparto. È questo il resoconto del digital event sulla mobilità e competenze per riavviare il futuro, promosso da Pwc-Italia, a cui hanno partecipato il segretario generale di Assaeroporti, Valentina Lener, e il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli.

«Sul fronte aereo – ha specificato il ministro – si svilupperà una profonda riforma che riguarderà più settori del comparto. Ci sarà l’arrivo della newco Alitalia, ma anche la riforma che riguarda il regolamento di Enac e l’impegnativo nuovo piano degli aeroporti. Ma bisogna decidere senza lasciarsi trasportare dalla emotività».

De Micheli ha anche annunciato che in queste ore verrà pubblicato un decreto che prevede «300 milioni di autorizzazioni di spesa per le Regioni sul fronte del trasporto pubblico locale».
Proprio sul fronte aeroportuale, Valentina Lener ha rilanciato la pressante richiesta di una particolare attenzione anche per gli scali. «Se esiste una priorità per Alitalia, ne esiste un’altra per il sistema aeroportuale italiano che quest’anno chiuderà un consuntivo non superiore ai 60 milioni di passeggeri a fronte di oltre 200 milioni previsti dalle stime pre-Covid. Quindi c’è bisogno di sostegni concreti perché da mesi sta viaggiando a regime ridottissimo, con crollo di operatività e fatturati. Se non si interviene subito a favore delle società aeroportuali, dell’handling e di altri settori dell’indotto, alcuni scali minori chiuderanno ed anche per i grandi aeroporti occorrerà ripensare ad un serio piano di aiuti per sostenere l’occupazione. Questo deve avvenire prima del marzo 2021 quando terminerà il periodo di cassa integrazione per migliaia di addetti del settore», ha sottolineato Lener.

Anche sul fronte della mobilità collettiva occorre fare in fretta e bene: la forte riduzione dei volumi di circa un terzo nel caso del trasporto pubblico locale, e a un livello ancora inferiore nel caso delle medie/lunghe distanze impone radicali scelte e diversificazione nella modalità di spostamenti.

Prima della pandemia i flussi di passeggeri sul sistema della mobilità collettiva erano pari a circa 15 milioni di spostamenti al giorno su trasporto pubblico locale e quasi 3 milioni sul sistema di mobilità a media/lunga percorrenza (ferroviario, aereo e su gomma).

Certo, il futuro aprirà nuovi scenari, anche in considerazione delle istanze degli utenti: secondo l’indagine Doxa per l’Autorità di Regolazione dei trasporti, oltre il 70% del campione intervistato ha dichiarato di considerare “molto meno sicuri” o “meno sicuri” rispetto alla situazione pre-Covid-19 tutti i mezzi di trasporto collettivi. E la percezione di insicurezza è quasi altrettanto forte anche per car pooling, car sharing e servizi taxi.

Al termine del digital forum è stato ribadito che, per accelerare il recupero della fiducia da parte dei consumatori, sono necessari politiche attive di mobility management, il potenziamento del sistema di traporto locale volto a massimizzarne capacità, resilienza, controllabilità e, soprattutto, completezza, qualità e puntualità dell’informazione al pubblico; il tutto con sviluppo di soluzioni di digitalizzazione avanzate.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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